Enzo Avitabile: la tradizione inclusiva napoletana e il linguaggio universale

tempo di lettura: 4 minuti
Antonio Nacarlo, ritratto di Enzo Avitabile (tecnica mista su carta)

Enzo Avitabile ha un posto importante nella scena musicale internazionale. La sua carriera, iniziata negli anni ’70, lo ha portato a sperimentare diversi generi musicali, dal jazz al soul, dal rock al funk, dall’etnica al pop, ma sempre mantenendo un forte legame con la tradizione popolare della sua città. La sua musica è un ponte tra passato e presente, tra cultura locale e influenze internazionali, tra sacro e profano.

La musica di Enzo Avitabile è un viaggio tra le sonorità e le culture del mondo, ma anche una riflessione sulle sfide e i valori dell’umanità. Per entrare nel suo universo musicale, possiamo partire dall’analisi di una delle sue canzoni più significative: Tutt’ egual song’ ’e criature. Si tratta di un brano che affronta il tema dell’identità e dell’appartenenza, dell’infanzia violata in un mondo in cui le frontiere e le differenze sembrano sempre più marcate. Il cantautore napoletano si rivolge a tutti gli esseri umani, invitandoli a riconoscersi come figli della stessa terra e della stessa vita. Il ritornello recita:

Tutt’eguale song ‘e criature
Nisciuno è figlio de nisciuno
Tutt nati dall’ammore
Se sape come si nasce
Ma nun se sape comme se more
Tutt’eguale song ‘e criature
Nisciuno è figlio de nisciuno, nisciuno…

Il brano prosegue con una serie di domande retoriche che mettono in evidenza le contraddizioni e le ingiustizie del mondo: “Chi ha il diritto di vivere / E chi deve morire? / Chi ha il diritto di avere / E chi deve restare senza? / Chi ha il diritto di essere libero / E chi deve essere schiavo.

Il cantautore esprime così il suo desiderio di pace e di armonia tra i popoli, in nome di una fratellanza universale, attraverso la collaborazione e la contaminazione tra stili musicali e culture diverse; come ebbe a dichiarare in una intervista: “La musica è una cosa sola, non ha confini, non ha bandiere, non ha religioni“.

Nato nel 1955 a Marianella, periferia di Napoli, Enzo Avitabile ha iniziato a suonare il sax da bambino, ispirato dai grandi maestri del jazz come John Coltrane e Charlie Parker. Dopo aver frequentato il conservatorio di San Pietro a Majella, ha iniziato la sua carriera professionale suonando in diverse formazioni jazz e soul, tra cui quella di James Senese. Nel 1980 ha pubblicato il suo primo album da solista, Avitabile, in cui mostra già la sua capacità di fondere il jazz con il funk e il rock. Negli anni successivi amplia il suo orizzonte musicale, collabora con artisti di diverse origini e culture, come James Brown, Tina Turner, Manu Dibango, Youssou N’Dour, Pino Daniele. Partecipa a importanti festival e manifestazioni internazionali, come il Live Aid del 1985. Nel 1990 pubblica l’album Alto Voltaggio, in cui esplora le sonorità del rap e dell’hip hop.

Enzo Avitabile, uomo di profonda cultura e rara sensibilità, ha sempre avuto una coscienza sociale e una visione pacifista e inclusiva del mondo. Nei suoi testi, spesso in napoletano, ha affrontato temi come la povertà, la violenza, la guerra, la religione, il razzismo, la solidarietà. Ha dedicato alcune delle sue canzoni a figure emblematiche della lotta per i diritti umani, come Martin Luther King (Aizetè) e Nelson Mandela. Ha realizzato progetti musicali dedicati alla spiritualità e al dialogo interreligioso, come Sacro Sud, in cui ha coinvolto musicisti e cantori provenienti da varie parti del mondo. Nato nel paese di Alfonso Maria de’ Liguori, il Santo settecentesco compositore di molte opere di musica sacra (Quanne’ Nascette Ninno, tradotta e conosciuta in tutto il mondo come “Tu scendi dalle stelle”), Avitabile sa fondere elementi della tradizione cristiana con quelli di altre religioni e culture, creando un linguaggio universale che parla al cuore di tutti. La sua arte è una preghiera che celebra la bellezza e la diversità della vita. La sua voce è un messaggio di pace e di speranza per il futuro. Enzo è un musicista che ha saputo innovare senza tradire le sue radici.

La sua opera è stata riconosciuta e apprezzata a livello internazionale, tanto da ricevere diversi premi e riconoscimenti, tra cui due nomination ai Grammy Awards (nel 1998 per l’album Save the World e nel 2013 per l’album Black Tarantella) e il Premio Tenco (nel 2005 per l’album Sacro Sud). La sua storia è stata raccontata anche nel documentario Music Life (2012) del regista Jonathan Demme. Nel suo album Sacro Sud, l’artista esplora le tematiche della spiritualità, della fede e della religione, in un viaggio musicale che attraversa le diverse culture e tradizioni del sud Italia e del Mediterraneo. Il disco si compone di 12 brani, tra cui alcuni duetti con artisti come Franco Battiato e Carmen Consoli. Ogni canzone è dedicata a una figura sacra o a un luogo di culto, che rappresenta una fonte di ispirazione e di riflessione per l’autore.

Avitabile utilizza un linguaggio poetico e simbolico, che mescola riferimenti biblici, mitologici e storici, per esprimere la sua visione personale della sacralità e la sua relazione con il mondo. Il disco è anche un omaggio alla musica popolare del sud, che il maestro rielabora con originalità e creatività, continua contaminazione di elementi di jazz, blues e musica etnica. Sacro Sud è un album che testimonia la maturità artistica e umana di Avitabile, un segno tangibile di speranza e di dialogo interculturale. Apprezzata da Papa Francesco (incontrato nel giugno 2018 durante un concerto in Vaticano) e dal rabbino Abraham Skorka, la musica di Avitabile è una espressione di religiosità e di ricerca spirituale. Egli ha saputo fondere elementi della tradizione cristiana con quelli di altre religioni e culture, creando un linguaggio universale che parla al cuore di tutti. La sua voce è un messaggio di pace e di speranza per il futuro. Enzo Avitabile è un musicista che ha saputo innovare senza tradire le sue radici, uno dei musicisti più originali e innovativi del panorama internazionale, artista che ha fatto della musica una missione e una testimonianza. Con il suo sax e la sua voce antica ha saputo trasmettere emozioni e valori universali creando ponti dove insistevano barriere tra culture ed etnie diverse. Esempio di come la musica possa essere un linguaggio universale, capace di trasmettere emozioni, valori e speranze.

Rispondi

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Torna in alto