Tempismo ecclesiastico

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Stemma della Città del Vaticano

Ci saranno pure dei motivi perché la Chiesa cattolica apostolica romana è l’istituzione più longeva nella storia dell’umanità. Tra questi, continuamente riconfermato, è il tempismo politico, la capacità di annusare il contesto in cui vuole affermarsi e, di conseguenza, intrufolarsi, adeguando linguaggi e pratiche, sapendo scegliere l’interlocutore politico che ha maggiore possibilità di affermarsi, vincere ed esercitare a pieno il suo potere. Un potere con cui si è disposti a scendere a patti offrendo sostegno e copertura ricavandone indubbi vantaggi economici ed organizzativi presentandosi sotto le mentite spoglie di portatori di verità universali in nome e per conto di una autorità superiore.

Un modo di gestire il rapporto con l’altrui potere che ha fatto scuola. È accaduto con tutti gli imperatori, re e regine che hanno dominato in Europa, ma mentre loro diventavano potenti e poi crollavano sotto il peso di loro stessi, la Chiesa è rimasta sempre in piedi, con i suoi soldati, capitani e generali presenti in lungo e in largo, dall’alto in basso, e in tutti i territori, seguendo le logiche delle catene gerarchiche.

Così accade anche oggi.

Certo i rapporti con il potere degli altri è diventato più difficile e dispendioso, per certi versi più sofisticato. Oggi imperatori, re, regine, capi di stato e di governo durano molto meno di prima e il loro potere lo esercitano su territori molto meno estesi. E son diventati tanti, forse troppi, da controllare da parte di un solo unico Stato, quello Vaticano.

L’ultimo Sovrano di questa antica stirpe è papa Francesco, nato Jorge Mario Bergoglio. Il suo governo nasce sotto il segno del più tipico trasformismo cattolico. Voluto dal“pastore tedesco” Ratzinger, per ridare autorevolezza morale ad una chiesa che gli sembrava affondare negli scandali (il venire alla luce delle storie di violenze perpetrate in collegi e scuole a danno di bambine e bambini ma anche compromissioni con gruppi economico finanziari), il governo di papa Francesco si è caratterizzato sin dall’inizio per una apertura verso il mondo della vita reale di milioni di persone, pronto ad accoglierne le sofferenze. Complice un sistema mediatico a caccia di titoloni, le sue affermazioni sono state enfatizzate come la frase “chi sono io per giudicare”, riferito all’esteso universo di chi vive la propria sessualità con modalità diverse dai dettami dottrinali della chiesa e per questo da essa espulso o allontanato.

Quando il movimento ecologista sembrava diffondersi con forza nel mondo, se ne fece portavoce.

Poi la guerra, le guerre. E qui sono incominciati i guai seri. Una chiesa romana in conflitto con quella russa, ha impedito al Papa di esercitare a pieno un ruolo nella vicenda. Poi sono subentrati i conflitti interni anche alla sua stessa chiesa con Kiev, che respinge il tentativo bergogliano di porre le basi di una trattativa per il cessate il fuoco, chiedendo a chi governa in Ucraina di fare un primo passo. Un appello interpretato come un invito alla resa. Poi Israele, la Palestina, migliaia di morti. Incapacità di svolgere un ruolo per una chiesa imprigionata nel suo atavico, nonché imbarazzante, antisemitismo e nel non meno radicato sentimento anti islamico.

Può la chiesa rassegnarsi ad essere tagliata fuori? No. Allora ecco riaffiorare un paradossale atteggiamento complottista: il mondo è dominato dai produttori di armi che condizionano le scelte dei governi.

Tutti salvi. C’è un demone occulto che determina tutto ciò, non siamo noi umani, noi cittadini che eleggiamo governi guerrafondai, non è colpa dei politici ma dei fabbricanti di morte.

Gli orizzonti politici della chiesa di Roma vanno ormai restringendosi e allora forse meglio curare gli interessi locali. L’italiano governo reazionario è all’attacco del diritto all’autodeterminazione delle persone, delle donne e, violando ogni diritto alla privacy tanto evocato quando si tratta di proteggere e nascondere le malefatte di politici e governanti, vuole finanziare con i fondi del PNRR la presenza di predicatori antiabortisti nei consultori e negli ospedali dove le donne che vogliono possono recarsi per abortire. Questa posizione del Governo sta giustamente scatenando l’ira delle donne e delle loro organizzazioni.

Allora il Papa che fa? Va alla fonte di tutti i mali. Agli “Stati generali sulla natalità”, un convegno il cui solo titolo desta preoccupazione, afferma, citiamo testualmente: “E c’è un dato che mi ha detto uno studioso di demografia. In questo momento gli investimenti che danno più reddito sono la fabbrica di armi e gli anticoncezionali. Le une distruggono la vita, gli altri la impediscono”. Se il Papa imparasse a citare con maggiore precisione le sue fonti alle quali potremmo attingere anche noi, quelle terrene, le divine le lasci pure a sé stesso, avremmo modo di meglio intendere lo sconosciuto studioso di demografia. Con uno sforzo per noi sovraumano possiamo immaginare cosa ci sia nella testa di chi assimila l’aborto alla soppressione di una vita. Una cellula ovulo fecondata da uno spermatozoo dà vita ad un processo a catena che potrebbe determinare la crescita e la nascita di un nuovo essere vivente. Ma pur dando fondo a tutte le nostre riserve immaginative non riusciamo a capire come si possa associare l’uso di anticoncezionali alla distruzione e alla morte determinata dall’uso delle armi. In verità il propagandare il divieto di uso del preservativo quale pratica igienico-sanitaria provoca in Africa il diffondersi del virus Hiv che dissemina, quello sì, dolore e morte. Ma ai politicanti non piace la chiarezza, si nutrono del diffondersi di ignoranza e incertezza. Bergoglio si sta dimostrando non da meno. Il socioeconomicismo lo si lasci agli altri.

Tra i piaceri della vita concessi a noi umani, fonte di straordinarie ispirazioni artistiche, c’è la sensualità e l’erotismo. La chiesa si sa non è avvezza a contemplare il piacere, anzi i suoi frequentatori si inebriano nel venerare truci immagini di sacrifici, supplizi e crocifissioni. E ci vorrebbe intenti solo nella copulazione riproduttiva. Lo dica Bergoglio con chiarezza a quelle giovani donne e uomini che lo seguono. Lo dica alle coppie sposate che frequentano i suoi luoghi di culto che la vita ispirata è quella delle privazioni. Da una un’istituzione così antica ci aspettiamo ben altri contributi di quello di sostenere un qualsiasi governo di un paese. Non sprechi Bergoglio la sua autorevolezza per dar forza al gruppo di incompetenti che oggi è al governo dell’Italia.

4 commenti su “Tempismo ecclesiastico”

  1. Anna Maria Di Tolla

    Buongiorno. Sì, concordo con l’analisi. Il ruolo della Chiesa negli affari politici italiani è sempre stato un modo per ottenere vantaggi di ogni tipo. Ho apprezzato, però, che questo Papa non si sia schierato con la guerra e siamo fortunati. Lo stesso Papa si è messo contro molti reazionari della Chiesa per l’apertura alla comunione ai divorziati e all’accettare l’omosessualità. Sul web girano assurdi fotomontaggi sul fatto che Bergoglio non sia riconosciuto, sia un anticristo ed eretico: sul vestito porta la croce capovolta, fa strane preghiere, pronuncia in modo diverso alcune frasi sacre. In defintiva, è troppo presto (forse) per un’apertura sull’aborto. D’altronde, i problemi di natalità in Italia sono gravi e questo fa da deterrente. Grazie e buona giornata

  2. Sono d’accordo sulla meschinità del linguaggio di Papa Bergoglio. Associare l’aborto e gli anticoncezionali, grande conquista scientifico-tecnologica nel campo della salute, alle armi, ripudiate da chiunque, semina un sentimento di paura e odio nelle prime. È un ottima tecnica di manipolazione.

    Ma odio come venga utilizzata la parola complottismo.
    Secondo il vocabolario Treccani “Complotto”: Cospirazione, congiura, intrigo ai danni delle autorità costituite o (meno com., e solo in senso estens. e fig.) di persone private.

    Che il complesso militare industriale, americano e non, forte di migliaia di miliardi di dollari di spesa pubblica annuale, abbia un influenza su decisioni di vitale importanza (letteralmente, cioè di decisioni che tolgono la vita) è un dato portato alla luce spesso da giornalismo di inchiesta di varia natura (da cui la natura complottistica della questione).
    Insomma, additare di complottismo è anch’esso un ottima tecnica di manipolazione, che permette di screditare l’interlocutore senza scendere nei fatti.
    Bastano pochissimi secondi per trovare alcuni articoli che evidenziano l’enorme potere del complesso militare industriale nella decisioni pubbliche, che ti citerò:

    1.The Nation ha pubblicato un articolo che analizza come i contratti del Pentagono e le relazioni strette tra i produttori di armi e il governo alimentino il ciclo di aumento del budget militare. Il pezzo descrive come l’industria delle armi utilizzi il lobbying e i contributi alle campagne politiche per influenzare le decisioni del Congresso. Ad esempio, Lockheed Martin, Raytheon, e Northrop Grumman hanno donato milioni di dollari ai candidati politici, specialmente ai membri delle commissioni armate del Congresso​
    Link all’articolo: https://www.thenation.com/article/world/military-industrial-complex-defense/

    2. Truthout ha esplorato l’influenza del CMI sulla politica estera dell’amministrazione Biden, evidenziando come i contratti per nuovi sistemi di armi nucleari e missili intercettori siano giustificati dalle percepite minacce internazionali. Questo ciclo di spesa militare continua nonostante le preoccupazioni sulla sua efficacia e sui costi crescenti, spesso escludendo voci di bilancio cruciali per il benessere pubblico​
    link : https://truthout.org/articles/military-industrial-complex-exerts-powerful-influence-on-bidens-foreign-policy/

    3. Rise Up Times ha discusso il consolidamento dell’industria della difesa attraverso fusioni aziendali, che rafforzano ulteriormente il potere delle principali aziende come Raytheon e Lockheed Martin. Queste fusioni non solo riducono la concorrenza, ma aumentano anche la capacità di queste aziende di fare pressione sul governo per ottenere contratti più lucrativi. Le fusioni sono spesso incoraggiate da incentivi governativi, dimostrando la simbiosi tra il settore pubblico e privato nella difesa​
    link: https://riseuptimes.org/2022/02/12/meet-the-big-5-how-the-military-industrial-complex-controls-politics/

  3. Mario Bianchi

    Peppe Capuano mette subito in chiaro cosa pensa della chiesa, un insieme di uomini che “presentandosi sotto le mentite spoglie di portatori di verità universali” scendono a patti con il potere “ricavandone indubbi vantaggi economici ed organizzativi”. Insomma brutta gente, una sorta di compagnia del malaffare, non so se salva qualcuno. Sicuramente salva me ma solamente perché sono una vittima che si è lasciata abbindolare.
    Si sono un perfetto bizzoco, e tuttavia non disdegno le critiche a questa chiesa, una realtà complessa dove il malaffare contende il fare bene, casta e meretrix direbbero gli antichi.
    Certo con il potere da quel lontano 313 d.c. , da quando cioè fu lecito essere cristiani e questa religione di fatto divenne religione di stato, la chiesa ha rimestato in un lungo percorso fatto di scontri dove ora gli imperatori ora i papi cercavano di avere la meglio. Certo non possiamo ripercorrere tutta la storia ma per fortuna grazie ai nostri splendidi e provvidenziali bersaglieri nel 1870 il potere temporale della Chiesa finì. Certo rimane lo stato del vaticano ma converrete che c’è una bella differenza.
    Da allora siamo passati dal non expedit che vietava di occuparsi di politica ai cattolici, alle scomuniche ai comunisti e poi nel 1962, accipicchia ce ne è voluto del tempo, al concilio vaticano II.
    Ma per il mio buon amico si tratta solo di trasformismo, questo manipolo di impostori vuole rimanere a galla. Bergoglio non è da meno, è stato messo lì lui dice dal pastore tedesco, e si detto da lui che ama i cani penso proprio sia un complimento, lui ben sa quanto amore per il gregge hanno i cani da pastore.
    Nella carrellata di luoghi comuni anticlericali poi non manca di dire che la Chiesa è “imprigionata nel suo atavico nonché imbarazzante antisemitismo” dimenticandosi ciò che il concilio affermò nel documento Nova Aetate fino a chiamare fratelli maggiori gli ebrei come fece Giovanni Paolo secondo che si recò per primo in una Sinagoga a pregare e poi andò a Gerusalemme a pregare davanti al muro del pianto, ma siamo probabilmente sempre nel solco del trasformismo. Così anche per il pastore tedesco che andò invece in una Moschea, ah certo direte voi ci fu il discorso di Ratisbona….. mi piacerebbe entrare nel merito ma sarei troppo lungo.
    Ma veniamo al succo conclusivo del pampleth antibergogliano del mio amico.
    Tutto ha inizio da quel che ha detto questo papa che è andato come ogni anno agli stati generali della natalità. Giusto per ricordare questi rappresentano un evento annuale a Roma, dal 2021, che dichiara di voler affrontare le problematiche demografiche italiane, il calo di popolazione è noto a tutti. L’evento è organizzato sotto il patrocinio della Regione Lazio, del Comune di Roma e del Forum delle associazioni familiari, un’associazione di stampo cattolico, e dalla Fondazione per la natalità, a sua volta legata ad ambienti di chiesa e si propone di indagare sul declino delle nascite in Italia e di proporre soluzioni. Hanno partecipato negli anni scorsi Draghi, Virginia Raggi, Roberto Gualtieri, Nicola Zingaretti e da quando eletta anche la nostra presidente del consiglio.
    Ma cosa ha detto il papa, per la verità molte cose e non solo in questa edizione ma veniamo al passaggio incriminato: “Il numero delle nascite è il primo indicatore della speranza di un popolo. Senza bambini e giovani, un Paese perde il suo desiderio di futuro” e qualche frase dopo dice “E c’è un dato che mi ha detto uno studioso di demografia. In questo momento gli investimenti che danno più reddito sono la fabbrica di armi e gli anticoncezionali. Le une distruggono la vita, gli altri impediscono la vita. E questi sono gli investimenti che danno più reddito. “
    Questo è troppo e così sbotta indignato il mio amico Giuseppe: “Ma pur dando fondo a tutte le nostre riserve immaginative non riusciamo a capire come si possa associare l’uso di anticoncezionali alla distruzione e alla morte determinata dall’uso delle armi.” Associazione che viene fuori e mette sullo stesso piano i due elementi solo per un presunto dato economico, vabbè però sta cosa mette in discussione una cosa che difendo anche io e che difendo a spada tratta, e Giuseppe lo sa, cioè come dice sempre lui “Tra i piaceri della vita concessi a noi umani, fonte di straordinarie ispirazioni artistiche, c’è la sensualità e l’erotismo. La chiesa si sa non è avvezza a contemplare il piacere”, e no quindi dio ci ha dato il corpo anzi si è fatto corpo in qualche modo per disprezzarlo? per demonizzare il sesso? non lo fo per piacer mio ma per far piacere a dio!
    Si sta cosa forse, ma non ne sono sicuro, lo dicevano ai tempi di mia nonna ma non certamente mia nonna. Anche qui la chiesa ne ha fatto di errori e di strada la sua visione dell’eros si è “trasformata”. direbbe in senso dispregiativo il mio amico Giuseppe.
    “Oggi non di rado si rimprovera al cristianesimo del passato di esser stato avversario della corporeità; di fatto, tendenze in questo senso ci sono sempre state. Ma il modo di esaltare il corpo, a cui noi oggi assistiamo, è ingannevole. L’eros degradato a puro « sesso » diventa merce, una semplice « cosa » che si può comprare e vendere, anzi, l’uomo stesso diventa merce. In realtà, questo non è proprio il grande sì dell’uomo al suo corpo. ….………. In realtà eros e agape non si lasciano mai separare completamente l’uno dall’altro. Quanto più ambedue, pur in dimensioni diverse, trovano la giusta unità nell’unica realtà dell’amore, tanto più si realizza la vera natura dell’amore in genere. Anche se l’eros inizialmente è soprattutto bramoso — fascinazione per la grande promessa di felicità — nell’avvicinarsi poi all’altro si porrà sempre meno domande su di sé, cercherà sempre di più la felicità dell’altro, si preoccuperà sempre di più di lui, si donerà e desidererà « esserci per » l’altro. Così il momento dell’agape si inserisce in esso; altrimenti l’eros decade e perde anche la sua stessa natura.”
    Chi ha scritto questo nel 2005?, quello lì, si proprio lui il pastore tedesco, addirittura in una enciclica dal nome accattivante “Deus caritas Est” che sadda fa per conservare il proprio potere!
    Mario Bianchi

  4. Giuliano Pennacchio

    Mi sono interrogato molto sulla fede, sul credere e non credere. Ho incontrato nel corso della mia vita tanti modi di esprimere la fede, ma già da molti anni mi considero un credente cristiano, cattolico. Sulla chiesa cattolica la riflessione è arrivata da 30 anni a questa parte , da quado detti la tesi di laurea a Scienze Politiche della Sapienza di Roma sul ruolo della rivista Civiltà Cattolica in relazione alla minoranza tedesca altoatesina.
    Dovette fare ricerche e documentarmi e con mia grande meraviglia scoprì che la Chiesa non era forse solo il luogo di bigotti reazionari ma che era popolata da uomini e donne che il com panes lo spartivano veramente con tanta gente.
    Certamente la Chiesa cattolica, poi è stata quella istituzione che ha scelto di stare molte volte, ma non sempre, con i governi. Nei secoli scorsi ha avuto una funzione di supporto alle colonizzazioni (in questo allo stesso modo di altre chiese e confessioni) e ha mostrato tanti limiti.
    Detto questo, non riesco a rispondere alla domanda sulla sua esistenza riducendo tutto al fatto che si tratta solo di un nodo di potere e basta. Mi sembra riduttivo. Forse bisogna affrontare il problema riflettendo sui motivi di tanta longevità .
    La risposta non è semplice. Secondo me la chiesa rappresenta veramente un sentire di una parte di popolo che è fedele alla dottrina di Cristo. Solo grazie a questo popolo credente la chiesa esiste. A questo va aggiunto che è una istituzione storicizzata e che ha una grandissima esperienza delle cose umane. Diverso è il giudizio su questa o quella presa di posizione ( per esempio sulla natalità).
    Ricordo a tutti che a sinistra c’erano dei cattolici militanti ( da Don Franzoni a Domenico Jervolino) che non erano d’accordo con tutto quello che esprimeva la chiesa cattolica, ma erano credenti.
    Per chiudere, direi che si può anche essere in dissenso con la Chiesa cattolica , ma se una persona si professa cristiano, cattolico, può mantenere un rapporto con essa, che non vuol dire necessariamente frequentarla.

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