Covid 2: la vendetta

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Alla fine le vacanze sono finite anche per Covid-19. Non vedeva l’ora di tornare a spaventare la gente.

Per strada però ha visto quasi tutti gli anziani con tanto di mascherina su bocca e naso, consapevoli di essere ormai una specie protetta per via della pensione con cui aiutano figli e nipoti. E quindi ha deciso di farsi un giretto per le scuole e di prendere qualche metrò affollato.

Si aspettava comunque di trovare condizioni di vita più difficili e non per via dei farmaci capaci di mortificarlo né della vaccinazione perché, per quello che gli è sembrato di capire, la sperimentazione si concluderà soltanto quando gli effetti collaterali saranno ridotti ad una emicrania passeggera (la sicurezza prima di tutto), ma piuttosto dagli ostacoli che avrebbe potuto incontrare nella sua smania di diffusione. Invece i contagi stanno andando non male: l’App Immuni è solo un vago ricordo, i tamponi vanno a ruba anche tra chi sta benissimo e, quindi, prima o poi non se ne troveranno più. Qualche preoccupazione potrebbe nascere dal test rapido ma, stranamente, se ne parla soltanto. Si può contare quindi su un rientro non ostile.

Prima tappa, una affacciata a Napoli per vendicarsi del lockdown primaverile di De Luca. Che delusione De Luca! Aveva sempre pensato che il governatore fosse interessato alla sua (del Covid) affermazione: immaginando fosse parente di De Luca, quello dei fiori, si era aspettato un appoggio che favorisse la vendita di corone, ghirlande e cuscini in quantità. Invece no: non sono parenti. Prima di applicarsi ad infettare Napoli e la Campania ha atteso che almeno De Luca (il governatore) lo ringraziasse per lo strepitoso successo elettorale e gli offrisse, avendo ormai l’elezione alle spalle, la sua collaborazione. Ma niente da fare. E allora ha deciso di farsi qualche giro per Napoli negli orari della movida, di prendere qualche bus notoriamente affollato (il 201, l’R2 …) senza trascurare Cumana e Circumflegrea, che sono dei classici anche con la semplice influenza stagionale. Ancora una capatina nelle scuole, ma senza troppo entusiasmo, e poi via, in Lombardia, il cuore della pandemia (la rima non suoni irriguardosa).

A Milano cercava Zangrillo per comparirgli davanti all’improvviso, come la statua del Commendatore, e ricordargli che lui (il Covid) non era mai morto anzi era lì vivo e con l’indice (non dei contagi ma della mano) accusatore levato. Ma Zangrillo non si è fatto trovare. Poco male, ci sono sempre Fontana e Gallera, ancora in carica ed a piede libero, con cui Covid può farsi quattro risate. 

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