Finite le elezioni, ritorna la mascherina

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Per uno strano e misterioso motivo nell’ultimo mese i titoli dei giornali non parlavano più di covid, persone intubate e ospedali saturi. Per un arcano e bizzarro motivo nell’ultimo mese e mezzo il covid è passato in secondo piano. E già, perché a riempire le trasmissioni televisive, i dibattiti politici e quant’altro, c’erano le elezioni regionali e la questione del Referendum costituzionale. È da pochi giorni ritornato alla ribalta Vincenzo De Luca in qualità di Presidente della Regione Campania, una vittoria schiacciante sui suoi avversari che ha messo dinnanzi al fatto compiuto un po’ tuttiː il Governatore con i suoi modi burberi è amato da una stragrande maggioranza di cittadini campani. Uno dei suoi primi provvedimenti per contrastare la diffusione del virus è l’obbligo di mascherina all’aperto. Il rigore è la parola chiave dell’amministrazione De Luca, intransigenza che però varia arbitrariamente. Pochi giorni fa milioni di campani sono andati a votare, ci sono stati assembramenti, file, non abbiamo assistito ad alcun controllo di misurazione della temperatura. Sarebbe ridicolo e utopistico pensare di rivendicare tamponi per gli elettori, ma quanto è stato scrupoloso, laddove c’è stato, lo screening per scrutatori e presidenti di seggio?

I dubbi sorgono nel momento in cui ci sono delle contraddizioni di base. Mentre la mascherina diventa obbligatoria su tutto il territorio campano, e dunque anche all’aperto h 24, vediamo vagoni della metropolitana gremiti di persone. C’è grande attenzione per la riapertura delle scuole, ma poi vediamo il personale sanitario che, nella lotta in prima persona contro il Covid-19, combatte una battaglia con attrezzature non adeguate per non dire scadenti. Mentre si studia un piano per far ritornare i tifosi allo stadio, ancora non è stato presentato un progetto che metta il lavoro e i lavoratori al centro della rinascita del Paese. Se all’interno dei negozi i commercianti devono saggiamente indossare la mascherina durante tutto l’orario di lavoro, lo sportivo in palestra può allenarsi in barba a tutte le regole cautelative. Insomma la lista di contraddizioni è lunghissima, lo sconforto è tanto e i dati economici parlano di una crisi economica che trova un adeguato paragone solo con le difficoltà vissute nel secondo dopoguerra.

Ciò che desta più smarrimento però è la crisi politica. Anche questa tornata elettorale vede emergere un dato preoccupante: la Campania conta un’affluenza pari al 61,01% degli aventi diritto al voto. Il dato è tra i più alti degli ultimi 10 anni. Comunque, una parte di popolazione (schede nulle: 17.431; schede bianche: 58.646) non si riconosce in nessun leader istituzionale.

De Luca quindi è stato abile nel portare dalla propria parte quella fetta di popolazione insofferente: i suoi toni aggressivi, le sue conferenze – che sembravano sketch di cabaret più che analisi politiche – e i suoi attacchi indistinti l’hanno portato ad essere popolare. Quasi come se importasse poco il contenuto dei suoi discorsi, perché quello che purtroppo oggi conta è la frequenza con cui si esce in tv e sui social. Proprio il Governatore della regione, per pubblicizzare i suoi post su Facebook, ha speso durante il mese di marzo 47 mila 721 euro. Emblematico è il fatto che, durante i mesi del lockdown, una delle sfuriate in tv di De Luca è stata perfino condivisa sui social di Naomi Campbell. La modella infatti ha tweettato cosi: “America Listen”, postando la famosa scena in cui De Luca minacciava i suoi cittadini di prendere un lanciafiamme per impedir loro di uscire di casa. Ma il ricorso al terrore e alla minaccia può essere considerato politica? Allora possiamo dimenticare l’indagine a suo carico per omissione di atti d’ufficio con un presunto danno di 195 milioni di euro. Possiamo anche sorvolare sugli ospedali inutilizzati, costruiti durante il lockdown, dal costo irrisorio di 16 milioni di euro. Però magari si inizia a storcere il naso perché sulle problematiche legate all’ambiente, le risorse messe in campo dall’amministrazione di De Luca sono state pari a 0. Sul Sarno, il fiume più inquinato d’Europa, non abbiamo sentito una parola. Allora più che gridare all’untore di turno, o straparlare della mascherina e di come si indossa, sarebbe politicamente corretto ascoltare anche una riflessione su una regione che a causa di raffiche di vento è stata letteralmente presa dal panico. È giusto osservare le immagini della Pignasecca, quartiere nel cuore pulsante di Napoli, dove il vento e la pioggia hanno scoperchiato tetti di case abusive, distrutto interi mercati, ma fortunatamente questa volta nessuna tragedia si è verificata. Siamo consci che De Luca non ha la famosa bacchetta magica, non gli chiediamo miracoli, ma meno chiacchiere da bar e più fatti, anche perché i risultati della sua precedente amministrazione non sono stati per nulla soddisfacenti. Speriamo di vederlo meno sui social e più presente tra la gente, per ascoltare quantomeno le difficoltà di una delle regioni più martoriate d’Europa.

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