Gattuso e il suo Napoli imbarazzante

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Altra sconfitta e Napoli imbarazzante. Inutile analizzare una partita che ci ha detto tutto e niente. La verità è che non capiamo come è possibile che una squadra formata non certo da tutti top player ma da ottimi giocatori non possa lottare con compagini meno attrezzate della nostra. Forse ieri sera, in conferenza, Gattuso ci ha suggerito uno dei motivi più probabili. Noi le abbiamo già dette tutte: il pubblico che non c’è, le esternazioni di De Laurentiis sui papabili cinesi Callejon e Mertens, i contratti in scadenza e mai rinnovati, il ritiro forzato e il conseguente ammutinamento di tutta la rosa, Allan con le sue litigate con il figlio del Presidente, Ancelotti e i giocatori fuori ruolo, l’incarico di vice allenatore a Davide e chi più ne ha più ne metta. Tutti motivi che sì, possono aver distratto gli azzurri e portato a prestazioni non felici ma un crollo così prolungato, e di una squadra che valori ne ha, non si giustifica. Dicevamo che ieri sera Gattuso probabilmente una possibile spiegazione l’ha data: i giocatori non si aiutano e non giocano da squadra. È lui stesso che ci dice che bisogna che si parlino e che si dicano le cose che non sopportano, o che non hanno condiviso, l’uno degli altri. Dobbiamo credere che ci sono nella rosa più gruppi in disaccordo con gli altri e il tutto va ricompattato. E sarebbe possibile, se tutti si rendessero conto che atteggiamenti distruttivi non fanno bene a nessuno. Alla società perché il valore della rosa precipiterà verso il basso e ai giocatori che vedranno scendere le proprie quotazioni e la possibilità di spuntare ingaggi milionari sia pure in altre squadre. Se avesse ragione “ringhio”, allora andava rifondata la squadra non a gennaio ma esattamente il giorno 3 gennaio. Bisognava fermare quelli che remavano contro e intanto affidarsi a quelli che avevano voglia di giocarsele tutte. L’allenatore ci comunica che è la squadra che ieri sera ha deciso il ritiro e noi, pur non credendoci, dobbiamo sperare che trovino il tempo per dirsene “quattro”, magari tutti contro tutti, e provare a ripartire pensando solo al bene loro e non della società. Che usassero questo girone di ritorno per far salire le proprie quotazioni e poi, a fine campionato, arrivederci e grazie a una dozzina di loro. La società, dal canto suo, dovrebbe poi rifondarsi a partire dai ruoli dirigenziali. Così com’è non è riuscita a gestire una situazione che, in gran parte, ha generato lei stessa. Intanto oggi sia più vicina alla squadra e dia qualche segnale di riconciliazione sia con i giocatori, magari a malincuore, sia con il pubblico di cui pure la squadra ha estremamente bisogno.

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