Una particolare didattica per stranieri

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Roberta Renella ha pubblicato, con la casa editrice COINS di San Giorgio a Cremano, il volume Insegnare italiano L2 a stranieri: una didattica su misura per suore di clausura di provenienza straniera, disponibile da alcuni giorni. Nella splendida cornice di Villa Fernandes, a Portici, alla presenza del sindaco Vincenzo Cuomo e del consigliere regionale Francesco Iovino, il testo è stato presentato da Paola Rossi, giornalista addetta alla comunicazione del Comune di Portici.

Il lavoro propone uno studio teorico e un’esperienza sul campo, approfondita nell’arco di due anni e mezzo, su un universo sconosciuto a molti: l’insegnamento della lingua italiana in qualità di lingua seconda (L2 = italiano per un immigrato nel nostro Paese) a studenti adulti di provenienza straniera, per la precisione suore francesi e americane. Un’attività che Roberta Renella, con una laurea magistrale in lingue per la comunicazione e la cooperazione internazionale, ha svolto, a livello di volontariato, al fianco di Bianca Sannino, docente dell’Ufficio Scolastico della Campania, all’interno del convento di Santa Maria della Sanità a Barra.

Un momento della presentazione del libro di Roberta Renella

L’iniziativa, promossa in piena pandemia da don Armando Sannino, parroco della Chiesa di Sant’Anna alle Paludi di Napoli, nonostante le limitate risorse a disposizione, ha fornito alle insegnanti l’occasione per l’elaborazione di una didattica vincente, cucita interamente sulle esigenze delle discenti, prestando attenzione alla specifica tipologia delle apprendenti.

«L’esperienza presso il Convento di Barra – ha detto la prof. Sannino – mi ha trasmesso emozioni che non avevo mai provato lungo il corso della mia carriera di docente. Il contatto con le giovani religiose straniere del Convento ha costituito un momento di grande riflessione sui temi della vita, della morte e della fede: un’esperienza di confronto veramente formativa. L’ostacolo delle barriere linguistiche e mentali da superare ci ha imposto una rimodulazione del modo di relazionarci per entrare nella forma mentis delle suore e realizzare un percorso didattico in cui, insieme a Roberta, abbiamo elaborato soluzioni e strategie affinché le nostre particolari allieve potessero acquisire gli strumenti idonei a comunicare con il mondo esterno al Convento.»

Prima dello studio condotto da Roberta Renella, le indagini effettuate sul campo, con l’obiettivo di rilevare una nuova tipologia di apprendente, non avevano mai considerato la dimensione religiosa femminile dotata di caratteristiche specifiche.

«La peculiarità di questo lavoro – ha sottolineato Vincenzo Palumbo, editore e ceo del Consorzio COINS – risiede senza dubbio nell’aver colmato un vuoto: proporre un approccio strutturato alla didattica per religiose straniere in contesti non formali. L’approccio didattico proposto dall’Autrice ha suscitato interesse anche all’estero, tanto è vero che, appena abbiamo dato notizia dell’uscita del libro, abbiamo ricevuto richieste della pubblicazione dal Libano, dall’Egitto e dall’Ucraina: i tre paesi con cui sono più fitti gli scambi culturali del Consorzio COINS.»

«La chiave di volta per la riuscita del progetto – ha spiegato Roberta Renella – è stata individuata nella forte motivazione delle discenti religiose nel voler imparare l’italiano e sviluppare quelle che sono le diverse abilità linguistiche e comunicative. Questo ha fatto sì che, piano piano, le barriere linguistiche e culturali venissero abbattute, consentendo un graduale inserimento, tuttora in itinere, nella comunità napoletana. Lo studio raccolto nel libro – ha sottolineato l’Autrice – con il suo impianto argomentativo prova a colmare, sia pure in parte, l’assenza di una specifica didattica in materia. Lo studio si conclude con una sorta di “diario di bordo” in cui sono raccolte le indagini effettuate nel Convento di Barra, affiancando la prof. Sannino che ha ideato questo innovativo progetto di volontariato. L’auspicio – ha concluso la dott. Renella – è quello di poter codificare e mettere a sistema la didattica dell’apprendimento non formale della lingua italiana come L2, per religiose straniere.»

Toccante il ringraziamento, in un italiano quasi impeccabile, che le religiose di Barra hanno rivolto per iscritto a Bianca e Roberta, sottolineando che “Questi corsi sono stati un’opportunità per imparare la lingua, migliorare le nostre conoscenze e scoprire, al di là delle regole grammaticali, molti aspetti della cultura italiana e napoletana. Soprattutto – hanno tenuto a sottolineare le suore – ci hanno aiutato a rispondere alla nostra vocazione: rendere presente l’adorazione di Dio nel mondo, attraverso le poche parole che possiamo scambiare con la gente del posto, ovunque il Buon Dio abbia voluto la presenza della nostra comunità con il suo carisma.”

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