Diario di un “sorvegliato speciale”: 3 gennaio 2021

tempo di lettura: 2 minuti

Diciamocelo, l’ormai archiviato 2020 non merita alcuna pietà. Covid-19 a parte, mia moglie ed io, scavalcata in qualche modo la cerimonia di San Silvestro col simbolico passaggio del testimone al nuovo anno in questa staffetta che non sappiamo dove condurrà, ci siamo fatti il conto di quanti personaggi illustri si è portato via quest’anno terribile. Non ricordiamo una simile strage di cervelli, di talenti, di simpatia. Presa visione di una sorta di anagrafe mondiale dei decessi, ne abbiamo estratti i nomi a noi più noti e più cari. Di alcuni nulla avevamo saputo, forse perché offuscati da decessi che hanno suscitato il compianto generale, come quelli di Maradona, di Ennio Morricone e di Proietti, o perché in un anno particolarmente letale le dipartite della prima metà dell’anno sono uscite fuori dalla visuale dei nostri radar puntati sul Covid.

Abbiamo quindi incontrato, per cominciare dalle attività umane più elevate, filosofi come Emanuele Severino e Giulio Giorello e soprattutto quella gloria napoletana che fu Aldo Masullo. Ci hanno lasciato scrittori di fama mondiale come Luis Sepulveda, Carlo Luis Zafon, John Le Carrè e il nostro raffinatissimo Alberto Arbasino. Appartenevano al mondo degli studi storiografici, politici ed artistici grandi personalità della cultura come Marc Fumaroli, Giorgio Galli (politologo), Franco Cordero (giurista e nemico giurato di Berlusconi), Enzo Golino, Amos Luzzatto. Anche la storia dell’arte versava il suo tributo con Maurizio Calvesi e col nostro adorato Philippe Daverio, sempre alla ricerca del bello e solo occasionalmente prestato alla politica, diversamente da chi pubblica libri e frequenta mostre invece di sedere in Parlamento per guadagnarsi l’appannaggio da senatore. Ci ha lasciato anche il più raffinato dei nostri editori Franco Maria Ricci che ha pubblicato per decenni preziosi volumi illustrati.

Il giornalismo è stato privato di nomi gloriosi, a partire da quelli di Sergio Zavoli, di Arrigo Levi, di Italo Moretti, volti noti anche alla TV, per finire a quelli degli “irregolari” Giampaolo Pansa e Giulietto Chiesa. È finito anche quel singolare ed eccentrico critico del costume che fu Roberto Gervaso. Per chi seguiva il calcio ricordiamo tre giornalisti sportivi: Gianni Mura ed i popolarissimi commentatori televisivi degli anni ‘70 Alfredo Pigna e Gianfranco De Laurentis.

Il mondo dello spettacolo è stato particolarmente colpito dall’”annus malus”: oltre a Proietti, a Sean Connery e a due protagonisti del cinema hollywoodiano come Olivia de Havilland e Kirk Douglas, se ne sono andati, più in punta di piedi, due simboli del cinema europeo, Michel Piccoli ed il grandissimo Max Von Sydow, alter ego di Ingmar Bergman in molti dei suoi capolavori. A proposito di simboli non si può trascurare la dipartita della cantante francese Juliette Greco, icona dell’esistenzialismo e regina delle “caves” di Montmartre. Noi abbiamo invece perduto una delle nostre bellezze degli anni ’50, Lucia Bosè, e quel monumento all’ironia sottile che fu Franca Valeri. Pochi forse ricorderanno poi il bravissimo anche se poco appariscente Gianrico Tedeschi, attore teatrale di vaglia, prestato alla TV in numerosi sceneggiati.

Il calcio italiano ha perso, oltre al più giovane Paolo Rossi, due beniamini del pubblico quali furono il geniale Mariolino Corso ed il generoso Pietro Anastasi.

Un posto a parte spetta alla compianta Rossana Rossanda, anima della sinistra più coerente e infine quello sfortunato innamorato folle della grande musica che fu Ezio Bosso.

Finita la rassegna mia moglie ed io abbiamo concluso che se ne sono andati veramente i migliori. Quindi ci siamo guardati negli occhi, felici di essere rimasti qui, tra i peggiori.

Rispondi

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Torna in alto