Quanto vale un governo

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Palazzo Chigi, La sala del Consiglio dei Ministri (Fonte: www.governo.it/)

Un’elementare regola logica suggerirebbe che per confrontare due fatti è necessario che si siano verificati entrambi: solo in questo caso possono essere realmente osservati per coglierne le differenze.

Quando esiste solo uno dei fatti, il confronto non sarebbe quindi possibile, ma l’essere umano non vi rinuncia e riesce comunque ugualmente a istituire il confronto figurandosene uno fittizio. Ciò che però costruisce con la propria immaginazione non può non risentire dei suoi desideri e delle sue paure.

Questa riflessione può valere anche per il governo Conte attualmente in carica. Come si fa a dire che è valido o è disastroso? Con quale governo lo si può confrontare? Verrebbe naturale paragonarlo al governo più simile tra quanti lo hanno preceduto. Poi però ci si accorge che le condizioni in cui operava il governo messo a confronto erano molto diverse dalle attuali e quindi si rinuncia all’analisi comparativa che ci si proponeva.

Ed allora si è costretti a valutare il governo in carica figurandosene uno che si trovasse ad operare nelle stesse condizioni. Il pensiero va immediatamente ad un ipotetico governo formato da chi è oggi all’opposizione.

Immaginiamo quindi un governo delle attuali destre, abbastanza verosimile se si dovesse andare ad elezioni anticipate, e collochiamolo retrospettivamente al momento in cui si è affacciato in Italia il Covid-19. Come avrebbe affrontato l’epidemia il governo di destra? Sotto il profilo sanitario c’è da supporre che si sarebbe affidato alla coppia Zangrillo-Bassetti, considerando catastrofista e forse iettatorio l’approccio di Galli, Crisanti e del CTS. Sarebbero nettamente prevalse tutte le istanze del mondo produttivo, completo di piccole, medie e grandi imprese, a scapito di ogni ipotesi di chiusura. Ed anche quelle di bar, ristoranti e discoteche, dal Billionaire all’ultima balera della Val Seriana. Questa politica aperturista avrebbe trovato l’immediato consenso dei governatori delle regioni leghiste e l’appoggio dei negazionisti esultanti.

Se si guarda poi alle incredibili accuse di liberticidio rivolte al governo in carica, ci sarebbe da supporre che le scuole avrebbero continuato a funzionare in presenza, mentre tutti gli italiani sarebbero stati liberi di circolare per lo Stivale senza limiti di orario, forse con la mascherina. Al massimo sarebbe stato oggetto di limitazione l’arrivo sul territorio nazionale di stranieri, non solo col gommone ma anche con i mezzi di trasporto abitualmente usati dagli uomini “normali”. Non ci vuole molto per immaginare quanti contagi e quanti decessi avrebbe comportato un contrasto quasi inesistente alla pandemia, a meno che non si voglia immaginare che, con la faccia tosta che si ritrovano, le destre avessero repentinamente mutato posizione inchinandosi alla virulenza del Covid-19. La cosa non sorprenderebbe perché la destra non è nuova a dietrofront radicali dettati dall’opportunismo ormai radicato nel suo DNA. Ma la fedeltà alle idee propagandate e la cocciutaggine di chi non le cambierebbe manco morto sarebbero probabilmente prevalse. È tuttavia ragionevole pensare che molti cittadini intimoriti o preoccupati avrebbero comunque ridotto i loro consumi e mutato le loro abituali attività creando certamente un forte calo negli incassi dei settori del commercio, della ristorazione, del turismo e del tempo libero in generale.

Come avrebbe il governo delle destre fronteggiato il costo della crisi economica, ma anche sanitaria, generata dal suo comportamento disinvolto? Dove avrebbe preso i soldi per i ristori alle categorie comunque danneggiate dai tanti lutti e dal comportamento prudente di una parte degli italiani? Possiamo immaginare che con una spettacolare inversione a “U” l’antieuropeismo di Salvini e Meloni sarebbe sparito? E l’Europa ci sarebbe cascata? Sembra invece più probabile che trovassero spazio le manovre teorizzate dai due massimi economisti della Lega, Bagnai e Borghi, che da tempo sostengono l’opportunità di abbandonare l’euro. E quindi il governo avrebbe agito in solitudine emettendo bot, maxi o mini, poco appetibili per i mercati con la conseguenza che nel giro di qualche settimana ci saremmo trovati in balia di uno spread alle stelle e con l’esigenza di dover destinare le poche risorse disponibili verso il pagamento di interessi abnormi. In agosto, altro che vacanze al mare o in montagna: l’estate sarebbe stata un vero calvario.

Ma tutto questo chi glielo spiega agli elettori di Salvini e Meloni che continuano, almeno nei sondaggi, a sostenerli in attesa di vederli finalmente al governo a dispensare i 209 milioni di euro della BCE, se mai arriveranno? Auguriamoci che almeno una parte degli italiani, non prevenuta e di buon senso, sappia giudicare con equanimità l’attività del governo in carica che, alle prese con difficoltà enormi anche al suo interno, avrà pur commesso molti errori ma ci sta tirando lentamente fuori da una situazione che poteva essere disastrosa. E soprattutto speriamo che se ne ricordi alle prossime elezioni.

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