La scacchiera

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Foto di Avaphe da Pixabay

A volte basta cancellare parti di un testo per trasformarlo in altro: “La strategia … riguarda una visione di più ampio respiro della posizione, stabilendo obiettivi a lungo termine e pianificando il modo di ottenerli. Gli elementi da considerare in fase di riflessione sono diversi: il valore dei pezzi in gioco, … la sicurezza … Il primo passo nel valutare una posizione consiste nel calcolare la somma del valore … in gioco per ogni schieramento”. Quello riportato non è un documento strappato da chi sa quale archivio dei servizi segreti. È quanto scritto alla voce Scacchi di Wikipedia, l’enciclopedia libera.

Lasciando ai ricercatori e ai medici le valutazioni sulla effettiva pericolosità della diffusione dell’infezione virale auspicabilmente ormai nota anche al più sprovveduto cittadino, le nostre considerazioni saranno rivolte ai suoi effetti collaterali sul nostro modo di rapportarci alla realtà.

Prima considerazione. Noi europei, noi occidentali, che viviamo in paesi ricchi dove possiamo ancora permetterci il lusso di indignarci di fronte a immagini che riguardano i nostri concittadini che vivono in povertà estrema, sembriamo aver perso il senso della misura. Quando qualcuno si è permesso di evidenziare che dall’analisi dei primi dati sulla diffusione del virus in Italia emergeva che a morire erano state persone oltre gli ottant’anni e una persona in dialisi, è stato scandalo: i cittadini italiani che hanno superato i 65 anni, che sono davvero tanti, individualmente o tramite gruppi o associazioni che li rappresentano, hanno protestato: state sottovalutando la portata dell’infezione solo perché riguarda gli anziani, il che vuol dire che per voi, Governo e sistema dell’informazione, noi possiamo morire? Una reazione “isterica”. Un effetto collaterale con origini diverse, in parte dovuto alla corporazione dei medici geriatrici che, come abbiamo già scritto su queste pagine, da anni va millantando l’idea che si è anziani solo dopo i 75 anni, che la pensione fa male alla salute, che ormai siamo in piena efficienza fino a oltre gli ottant’anni. Poco ci manca che qualcuno scriva della possibilità di raggiungere l’immortalità! Abbiamo, in sostanza, perso ogni senso della nostra finitezza biologica, del fatto che, se riusciamo a nascere, dovremo anche crescere, diventare adulti, invecchiare e morire.

Seconda considerazione. Dalla fine della seconda guerra mondiale, e son passati 75 anni, gli europei non conoscono guerre e catastrofi di vasta portata e quando qualche evento naturale, terremoti o inondazioni, ha portato morte e distruzione, hanno sempre avuto le risorse per risollevarsi (ricordiamoci che tra i sette paesi più ricchi del mondo ben 4 sono europei: Italia, Francia, Regno Unito e Germania). Ora per una infezione virale stiamo tremando. In verità in Italia, stupidità burocratica permettendo, i provvedimenti presi sono ragionevolmente forti ed efficaci e non si sono assolutamente intaccati i diritti individuali fondamentali, cosa che purtroppo non avviene in Cina. Meglio l’imperfezione democratica che la presunta efficienza totalitaria: in Cina abbiamo visto la popolazione controllata con i droni, è stato imposto il coprifuoco con la possibilità di essere condannati al carcere per chi fosse stato beccato mentre violava le misure di prevenzione: “Nascondere intenzionalmente o riportare in modo errato i sintomi legati al coronavirus costituisce un reato che potrebbe comportare la pena di morte”, secondo un avviso emesso il 15 febbraio scorso da un Tribunale cinese (riferisce il portale di “Nessuno Tocchi Caino”). Sempre dalla Cina proviene la notizia di un albergo utilizzato per isolare i contagiati che è crollato travolgendo almeno 70 persone, e possiamo solo immaginare le condizioni di vita a cui erano costretti gli infetti. Da noi, invece, la sola ipotesi di un provvedimento restrittivo della mobilità interregionale ha fatto scattare la sindrome della fuga. Così dalla ricca Lombardia, nella notte tra sabato e domenica, in molti sono fuggiti rischiando di far saltare tutte le misure messe in atto per arginare la diffusione del virus con la conseguenza che è stato necessario estendere a tutto il Paese le norme restrittive.

Terza considerazione. Ma nel resto d’Europa che sta accadendo? Informazioni dirette dall’Olanda, dove la mobilità internazionale e nazionale è un elemento strutturale di quella società e di quella economia, nessuna misura è stata ancora adottata e c’è una diffusa sottovalutazione del rischio di contagio. Anche in quel paese vige la sindrome antiautoritaria: nel paese che ha subito la terribile occupazione nazista, i cittadini non sono tenuti a muoversi portando in tasca i documenti di riconoscimento, la carta d’identità è un optional. E in Francia? Certo, a Parigi hanno chiuso il Louvre, ma come si stanno diffondendo il virus e la paura? Alla ricerca dell’untore, dello straniero portatore della malattia si sta sottovalutando la necessità di adottare misure per evitare la diffusione del virus? Interessante su questa questione è dare uno sguardo alla pagina di monitoraggio dell’epidemia da COVID-19 a cura della Fondazione GIMBE .

Quarta considerazione. Nei primi giorni di emergenza, prima ad alta voce poi con l’ostentazione di comportamenti irresponsabili, tanti italiani, vecchi e giovani, si sono lamentati delle misure restrittive alla loro socialità. Gli anziani, per radio e in diretta, si sono lamentati perché non potevano uscire a fare la spesa e socializzare con il loro commerciante di fiducia, non potevano andare alla scuola di ballo, al circolo ecc. I giovani hanno continuato a frequentare bar, piazze e discoteche, ostentando scelte di libertà e di socialità. Ma i sociologi, grandi e piccoli, non ci avevano detto che ormai vivevamo in una società “atomizzata”, priva di socialità? una società liquida, quasi vaporizzata?

Ultima considerazione. E se il virus fossimo noi, la specie umana? Il climatologo Luca Mercalli in questi ultimi giorni ci ha ricordato che in “Cina le emissioni di anidride carbonica si sono ridotte del 25%, 100 milioni di tonnellate, pari ad un taglio del 6% a livello mondiale.” Altri ci dicono che a Milano l’aria d’inverno non è stata mai così respirabile. Ai negazionisti della crisi climatica globale questi dati dovrebbero bastare per capire che l’azione dell’uomo fa male al pianeta. Ci viene da immaginare, in una versione forse fantascientifica, che l’organismo Terra stia sviluppando degli anticorpi verso la sua più grave malattia: la diffusione del genere umano. Ecco, il coronavirus Covid-19 potrebbe essere la conseguenza dell’attivazione degli anticorpi dell’organismo Terra. Ci dispiace per la Terra, ma il suo sistema si sta dimostrando debole, il virus uomo si mostra resistente e intelligente e sta già mettendo in essere efficaci contromisure. Non è assolutamente venuto ancora il tempo dell’estinzione di questa “distruttiva” specie. Forse però qualcosa potrebbe cambiare, il virus uomo potrebbe diventare meno aggressivo e più cauto. Insomma, c’è la speranza che si impari dal sistema immunitario della Terra a comportarsi in modo più strategico, occupandosi non solo di come “mangiarsi un singolo pezzo”, di sopraffare il più debole e indifeso, ma di vincere la partita lasciando intatta la scacchiera. È l’unico augurio che possiamo farci in questi giorni di crisi.

1 commento su “La scacchiera”

  1. Ricordiamo che la scacchiera intatta senza i suoi pezzi è come una cornice senza quadro.
    È vero l’uomo deve rendersi conto che non è più solo il tempo dei consumi e basta, ma ci vorrà del tempo…basti pensare all’assalto ai supermercati, l’accaparramento sproporzionato di cibo e altro che probabilmente finiranno in spazzatura.
    Ma accanto a queste pedine ce ne sono molte altre che si prodigano non solo per se stessi ma anche e soprattutto per gli altri, per i dimenticati, gli abbandonati che trascorrono la loro notte per strada, non per bar o ristoranti ma per dormire perché non hanno una dimora in cui rinchiudersi.
    Penso che effettivamente l’uomo sia il peggior virus, la speranza è che si renda conto che senza la scacchiera muovendosi nel vuoto, è destinato a precipitare.
    #iorestoacasa; andrà tutto bene

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