Riso amaro: 6 gennaio 2024

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La notte di Capodanno ci ha risparmiato il consueto femminicidio. Sì, ad Afragola è morta una donna colpita da un proiettile vagante esploso da un suo nipote; si è trattato quindi di un omicidio classico, non qualificabile come femminicidio perché assolutamente involontario e quindi privo della motivazione perversa che connota questa dilagante tipologia di crimine.

Certo, impugnare armi da fuoco per salutare l’anno che se ne va non è un gesto esente da follia, follia che ha indotto anche il deputato di FdI Emanuele Pozzolo ad esibire nel corso della festa cui partecipavano anche il sottosegretario Andrea Delmastro e sua sorella Francesca, sindaca di Rosazza nel biellese, il suo revolverino. Dal quale è poi partito un proiettile che ha ferito ad una gamba un giovane ospite. Secondo la ricostruzione offerta dal Pozzolo, la pistola avrebbe sparato da sola (chissà, forse per vendetta nei confronti del giovane, colpevole di non si sa bene quale torto nei suoi riguardi). Non hanno potuto sostenerlo nella sua visionaria difesa né il sottosegretario Delmastro né sua sorella, che avevano provvidamente abbandonato la festa prima dell’incidente. Non contento della fantasiosa invenzione di un’arma totalmente automatica, il legittimo proprietario della pistola ribelle si è poi opposto per oltre sei ore a sottoporsi agli accertamenti di rito, accampando l’immunità parlamentare. Insomma la notte del 31 dicembre Pozzolo non ne ha azzeccata una. Anche in passato sembra però che non brillasse per razionalità: no-vax, amante delle armi, si era segnalato per aver scritto su Twitter, commentando una strage avvenuta negli Stati Uniti nel 2015, di “non aver mai visto una pistola sparare da sola”. Sembrava esserci finalmente riuscito ma non sono dello stesso avviso molti dei presenti, tra i quali proprio la vittima che, dopo lunga e comprensibile meditazione, lo ha denunciato.

Ma la propensione alle armi e agli armamenti serpeggia nella destra nostrana, e non solo, da sempre. Già l’inclusione di Crosetto nel Governo può essere letta come una prova di vicinanza, vista la sua (pregressa?) attività nel settore. Ad essa hanno fatto seguito la proposta del sottosegretario Fazzolari, poi smentita, di voler inserire il tiro con l’arco tra le materie di insegnamento nelle scuole secondarie e, più di recente, la proposta di allungamento della stagione della caccia e l’abbassamento a sedici anni dell’età limite per imbracciare un fucile, un bel passo avanti: dall’arco con le frecce che forse nell’immaginario di Fazzolari voleva evocare Ulisse che infilza i Proci (fantasia certamente gradita dal classicista Sangiuliano) oppure Robin Hood che toglie ai ricchi per dare ai poveri, tanto per equilibrare l’insistenza dell’azione governativa di segno decisamente opposto.

Quanto ai femminicidi, l’ultimo giorno del calendario 2023 è stato solo una pausa, giusto per evitare che i giornali del 2 gennaio potessero aprire con titoli sensazionali tipo “Uccide la moglie la notte di Capodanno a petardate”. Ma un titolo del genere non avrebbe sorpreso più nessuno. La furia femminicida ormai non conosce limiti: nella consapevolezza di essere individuati ed arrestati nel giro di poche ore o al massimo di qualche giorno, gli autori di questi delitti, nei quali l’emulazione gioca certamente un ruolo importante, cercheranno forme originali di esecuzione del misfatto: vedremo compagne o mogli uccise ad ombrellate, o a bottigliate o con altre armi improprie, circostanza che consentirà agli assassini di evitare in sede processuale l’aggravante della premeditazione. Dopo la pausa di Capodanno la strage è poi puntualmente ripresa.

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