Il cielo di carta: Nel cerchio senza sbocco

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Il fascino della terra d’Irpinia vestita dei colori invernali ritorna a fare da sfondo al secondo romanzo di Maria Loreta Chieffo, Nel cerchio senza sbocco, pp. 232, €16,00 edito recentemente da Homo Scrivens, un giallo intricato e intrigante che fa da sequel al suo lavoro di esordio, Non è di qua del 2017. 

Nel suggestivo e tranquillo borgo di Zungoli, arroccato sulla collina, domina l’antico castello normanno dalla cui torre, in un’innevata Vigilia di Natale, precipita una giovane donna. Come in ogni poliziesco che si rispetti la vittima irrompendo sulla scena crea una frattura tra il prima e il dopo. Qui a Zungoli spezza l’incanto della notte più attesa dell’anno. Lo schianto del corpo ha aperto un cratere nella duna di neve ai piedi della torre. Un urlo fragoroso di un abitante, tal Vincenzo Vottafuoco, lacera la quiete dell’aria e induce molti compaesani ad uscire dalle case addobbate, dove i commensali sono pronti per alzare i calici prima di sedersi alle tavole imbandite. Come in un fermo immagine tutto si arresta. “Scucinasse chi ha cucinato, chè la vigilia nunn è oggi ma l’anno ca vene”, così sentenzia Rosalia Pratola, una delle zie di Ida, scomodando un vecchio proverbio popolare.

La domanda che gira negli occhi e nei pensieri di quanti in breve accorrono anche dalle rue più distanti è una sola, suicidio o incidente?

La stessa a cui cercherà di dare risposta Ida Di Maggio, giornalista di nera, tornata a Zungoli per le festività natalizie. Donna in carriera con un matrimonio fallito alle spalle e una figlia a carico, per Ida il rientro al suo paese d’origine è come respirare una boccata d’aria pura, ossigenarsi fisicamente e psicologicamente per affrontare la vita della grande città in cui vive e lavora, Napoli.  

L’innata curiosità, il fiuto indagatore, la conoscenza del territorio, la confidenza con molti paesani, condurranno la giornalista ad esplorare il passato della vittima, Mariangela, e ad andare oltre. Da qui si dipana tutta la storia in cui, con perizia narrativa, l’Autrice dà spazio ai molteplici personaggi femminili e maschili che animano il borgo, seminando indizi e dubbi.

Affiancando il maresciallo Capomazza della locale stazione dei Carabinieri, antico e non chetato suo amore, riuscirà la Di Maggio a giungere a una verità che sembra essere celata di proposito?  

Grazie alla penna elegante, scorrevole e introspettiva dell’Autrice conosceremo ad uno ad uno i tanti personaggi che ruotano intorno alla storia, ciascuno con il proprio carico di sofferenza o di indifferenza.

Il sonnolento microcosmo di Zungoli verrà scosso da una tempesta esistenziale che sferzerà i personaggi, a partire dal signore del castello, il barone D’Accadia, per finire alla povera “pazza” del paese, Ttaviuccia. Penetrerà nei loro ricordi e li indurrà a scavare nel remoto passato, volutamente sepolto nel lontano 14 febbraio 1981, allorquando una seconda e violenta scossa di assestamento tornò a sventrare la terra d’Irpinia. La scomparsa di una ragazzina, Giuditta, in quella notte lasciò il paese sconvolto. Di lei si perse ogni traccia. Un maledetto incidente o altro?

Ida di Maggio da un indizio che viene alla luce dopo la morte di Mariangela avverte che tra i due casi c’è un legame. Quale? Lo scoprirà? Forse.

Tra passeggiate per la bella terra irpina, vicende personali, usi e costumi del borgo, antichi sapori conditi da proverbi e parlata locale, ricostruzione accurata degli eventi naturali e relative conseguenze, Maria Loreta Chieffo ci regala un giallo che convince, avvince e non manca di suscitare emozioni di fronte a storie di verace e talvolta rassegnata umanità.   

Buona lettura! E magari dopo, perché no?, una visita a Zungoli bandiera arancione conferita dal Touring Club Italiano e annoverato come uno dei borghi più belli d’Italia.  

Nota: Maria Loreta Chieffo, già dirigente scolastico, con Nel cerchio senza sbocco è risultata finalista al premio internazionale “Ceresio in Giallo” nel 2022 per la sezione romanzi inediti e prima nella 6^ edizione del premio “Liberalia. La città dei Sassi” per la sezione narrativa.

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