Quando l’etichetta distingueva la destra conservatrice

tempo di lettura: 2 minuti

La settimana pre-elettorale, un debordante profluvio propagandistico soprattutto della destra-destra di Meloni e Salvini, ha regalato agli italiani, a tutto venerdì 7 giugno ore 17.30, tre chicche che meritano di essere ricordate. Non commentate perché si commentano da sole e ci offrono uno spaccato del bon ton che caratterizza buona parte dei suoi esponenti.

La prima, in ordine di tempo, è il tentativo di intervistare per strada l’ex barelliere del San Raffaele, oggi deputato di FdI e proprietario dei tre quotidiani “moderati” di cui abbiamo più volte parlato, Antonio Angelucci. Il giornalista che voleva strappargli, chissà, un commento, un’opinione ne ha ricavato solo un sonoro “ma vattene affanculo…” e un “che cazzo vuoi” blaterato al volo. Quando si dice l’arte della comunicazione!

Al brutale e sbrigativo Angelucci ha fatto seguito il ministro Nordio, che appare freddo e compassato soltanto nell’esercizio delle sue funzioni liberticide. Nell’occasione il Ministro partecipava ad una festosa manifestazione di piazza ornato da uno scanzonato berrettino con visiera (quasi non lo si riconosceva). Anche in questo caso l’intervistatrice è stata gelata con la richiesta di portargli uno spritz, il noto cocktail a base di prosecco. Richiesta forse dettata da un’insolita euforia, tanto da far pensare che di spritz ne avesse già ingollato uno, anche perché la sua spiazzante richiesta risultava sessista. Anche in questo caso, niente intervista.

La triade di eleganza e di fair play (che fa rimpiangere la compostezza di Fini e dello stesso Almirante!) si chiude con l’episodio in cui la Meloni, in visita propagandistica in Albania, dove ha inaugurato con Edi Rama il reclusorio costruito per ospitare temporaneamente i deportati, pardon gli immigrati dirottati, si è dovuta difendere dalle critiche che le rivolgeva il deputato Riccardo Magi. La Meloni ha avuto, questo sì, il buon senso di scendere dall’auto di servizio per sottrarre Magi agli spintoni con i quali gli zelanti scagnozzi della scorta tentavano di tenerlo lontano, arrivando quasi a spogliarlo. Riuscita in parte nella sua impresa la Meloni, dopo un reciproco scambio di “Vergogna! Vergogna!” non è riuscita a trattenersi dal chiosare l’accusa di voler segregare abusivamente quei “poveri Cristi” degli immigrati, con la sarcastica espressione: “Poveri Cristi? … Seeeh”. Affermazione con la quale la nostra underdog sottolineava come gli immigrati stiano meglio di tanti altri. Di chi, lo sa soltanto lei.

Rispondi

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Torna in alto