Europee: essenziale votare

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Inserimento di una scheda nell’urna (Immagine di www.unsplash.com).

Le prossime elezioni europee sono di straordinaria importanza per l’Europa e per noi italiani. Perciò disertarle non è un’opzione da prendere in considerazione. Astenersi dal voto è sempre e comunque un errore. Chi si astiene lo fa in genere per sfiducia nell’intera classe politica o per marcare la propria estraneità alla brutta politica che vediamo da almeno qualche decennio. Agli astensionisti dobbiamo ricordare che la politica, sia europea che nazionale, va avanti anche senza il loro voto e incide sulla loro vita così come su quella di chi va a votare. Basti pensare alla politica sanitaria o a quella fiscale. Chi si astiene lascia in realtà il campo libero a chi vota per interesse personale o per testimonianza ideologica, è difficile che costoro abbiano a cuore anche i problemi della gente comune. Chi si astiene rifletta invece sul fatto che non tutti i partiti sono inaffidabili nella stessa misura sia qualitativamente (gravità dei reati) che quantitativamente (numero di condanne). Stanno a dimostrarlo le condanne definitive che hanno riguardato prevalentemente esponenti politici della destra come, ad esempio, Berlusconi, Formigoni, Verdini. È meglio dunque votare per il meno peggio piuttosto che non votare favorendo in tal modo la vittoria dei meno affidabili.

Perché votare alle europee è questa volta più importante che in passato? Perché mai come in questo momento l’Unione Europea è sotto attacco da parte di nazioni, come ad esempio l’Ungheria, e di partiti nazionalisti presenti in tutti i Paesi dell’Unione che vogliono limitarne le funzioni, e forse abbatterla del tutto, dimenticando che la concordia tra i grandi Paesi europei ci ha regalato oltre un settantennio di pace.

Ma bisogna chiedersi: questi partiti che semplificano la realtà per ottenere un facile consenso ritengono veramente che ogni singolo stato europeo possa affrontare con un minimo di speranza gli enormi problemi che si affacciano minacciosi all’orizzonte? A partire dal cambiamento climatico, forse irreversibile, di cui già soffriamo i primi, drammatici effetti. La situazione peggiorerà in fretta se non si pongono limiti severi, su scala mondiale o almeno multinazionale, alla produzione di CO2. Diversamente assisteremo a flussi migratori mai visti prima, ai quali un giorno dovremo partecipare anche noi italiani, se il livello del mare continuerà a salire e se si accentuerà il processo di desertificazione di vaste aree.

C’è poi la globalizzazione dell’economia e della finanza che ha creato potentati economici sovranazionali capaci di condizionare la vita di Paesi piccoli e grandi. Questi colossi fanno paura anche perché ormai padroni delle tecnologie che sono alla base dell’Intelligenza Artificiale, capace di produrre dei “falsi” credibili come se fossero realtà, disorientando così i governi, le opinioni pubbliche e finanche le vite individuali, come già in parte accade sui social. Ed infine incombono le minacce di grandi Paesi espansionisti, come la Cina, la Russia e gli stessi Stati Uniti le cui iniziative di conquista, economica o militare, devono essere contenute. È pensabile che un singolo stato possa far fronte con un minimo di efficacia a queste enormità? La risposta è ovvia ed è per questo che i partiti che vogliono minimizzare il ruolo della comunità europea devono essere contrastati con ogni mezzo, a partire dalla partecipazione al voto.

Ma per quale motivo queste forze politiche vogliono svilire l’Unione Europea? Dietro al proclamato nazionalismo fatalmente razzista e divisivo si nasconde in realtà l’interesse a ridurre il controllo della Unione Europea sull’operato dei governi. Governi che questi partiti concepiscono esclusivamente come poteri autoritari. Esercitare efficacemente l’autoritarismo richiede la soppressione degli organi di controllo, cioè dei contrappesi al potere assoluto.

Questa impostazione liberticida coinvolge anche i partiti della destra italiana oggi al potere. Già il loro patto elettorale mostra che il loro vero e ultimo scopo è mantenere il potere il più a lungo possibile. Ciascuno dei partiti che compongono la maggioranza ha chiarito quali sono le sue priorità: Forza Italia, in memoria del suo fondatore, vuole umiliare la giustizia, la Lega vuole l’autonomia differenziata e il contrasto disumano dell’immigrazione, Fratelli d’Italia, il più ambizioso e ambiguo di tutti, vuole cambiare l’Italia sradicando la democrazia e l’antifascismo per introdurre nuovi valori, come Dio, Patria e famiglia che nuovi non sono affatto anzi sono all’origine di tutti i conflitti, compresi quelli in atto. Naturalmente il partito più consistente condivide ed unifica tutte le bandiere identitarie della maggioranza aggiungendovi lo specifico tema del presidenzialismo, poi ridimensionato ad un non meno sconclusionato e pericoloso “premierato” che stravolgerà gli equilibri costituzionali dando ampia libertà al potere esecutivo.

Il raggiungimento di questi scopi, per quanto non sempre condivisi da tutti e tre i partiti, permetterà loro di mantenere a lungo il potere. Se infatti il Governo riesce a sottrarsi al controllo di tutti gli organi di garanzia e della magistratura, sarà un problema liberarsene. Potranno andare avanti per anni vincendo anche le future elezioni perché, grazie al dominio degli organi di informazione, potranno ottenere sempre il consenso della maggioranza dell’elettorato, occultandogli le verità scomode e promettendo l’impossibile. I passi che il Governo sta facendo in questa direzione sono evidenti. Così come lo è la composizione del blocco sociale che lo sosterrà, costituito, visti i provvedimenti sin qui adottati, da negazionisti (dall’olocausto al cambiamento climatico alla validità dei vaccini), evasori fiscali, colletti bianchi, tassisti, titolari di concessioni balneari e, più di recente, università telematiche e farmacie, tutte categorie beneficiarie di elargizioni varie. Il tutto in danno del bilancio dello stato che dedica poco o nulla e talvolta addirittura riduce i finanziamenti, come per la sanità pubblica, l’istruzione, i servizi ai disabili ma soprattutto alle fasce economicamente più deboli della popolazione, come chi vive in povertà assoluta o ha un lavoro precario e sottopagato. Il Governo si è rifiutato di discutere la proposta di salario minimo avanzata da PD, AVI e 5 Stelle. Per mantenere l’appoggio di Salvini si stanziano miliardi per un ponte sullo stretto che appare al momento un inutile e pericoloso capriccio, elevando nel contempo la soglia minima per dare in subappalto i lavori pubblici aggiudicati con una misura che esporrà ulteriormente lavoratori sfruttati e privi della necessaria formazione alla tragedia delle morti sul lavoro. Per ottenere l’appoggio di Tajani, ed anche quello di Renzi, pone limiti alle intercettazioni telefoniche ed alla loro pubblicazione, ha proposto il carcere per i giornalisti che tentino di procurarsi notizie attraverso fonti istituzionali, la separazione delle carriere ipotizzando addirittura una visita psicoattitudinale per chi vuol fare il magistrato. La Meloni sarà invece soddisfatta quando a tutte queste garanzie di impunità potrà anche aggiungere la madre di tutte le riforme: l’elezione diretta del premier che la collocherà al di sopra del Parlamento e del Presidente della Repubblica. Solo così, sostiene la Meloni, l’Italia avrà dei governi stabili ed ha perfettamente ragione: l’ultimo governo stabile del paese durò vent’anni ed è a quel sacro precedente che la Premier aspira. L’8 e il 9 giugno chi teme per la democrazia e per le libertà vada a votare e voti per i partiti che si oppongono realmente a questo Governo dimenticando per un attimo gli errori commessi e le omissioni di cui si sono resi responsabili

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