Lettera a un amico

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Un caro amico che gode di tutta la mia stima perché colto, saggio, fine pensatore e fine umorista, ieri mi ha inviato un link, via whatsapp, a un articolo pubblicato su un giornale online, come il nostro. L’ho letto a fatica perché chi scrive per la lettura su cellulari e tablet dovrebbe essere più breve, dovrebbe sintetizzare i concetti. E invece non c’è verso.

Come dite? Anche zonagrigia.it a volte pubblica articoli oltre misura? Ah, compreso questo? Va beh, siamo d’accordo, ma vi devo dire dell’articolo e non mi dovete interrompere.

Dunque, ho letto a fatica l’articolo inviatomi che faceva un lungo racconto dell’annata che il nostro Napoli ci sta facendo vivere quest’anno. Ho letto delle critiche che i tifosi napoletani, prima che iniziasse questo campionato, rivolgevano alla società, all’allenatore, all’uomo mercato. Tutte cose trite e ritrite. Poi ci raccontava come è cambiato l’umore e l’atteggiamento dei supporters della squadra man mano che il cammino si faceva roseo. E fin qui un mero racconto dei fatti che abbiamo già letto e scritto innumerevoli volte. Noioso! Poi l’autore scrive dei festeggiamenti che si preparano lanciandosi in considerazioni filosofiche sulle quali, per educazione, non voglio entrare nel merito. Non è questo il punto. Il fatto è che io ho risposto, al mio caro amico, fine pensatore e saggio, con la seguente breve e testuale frase: “Va beh, ma mica sono d’accordo.” A questo punto il mio amico, altrettanto brevemente e testualmente mi ha risposto ancora con la seguente “laconica” affermazione: “Anch’io non lo condivido integralmente. Non ho mai amato De Laurentis e mi dispiace veder partire regolarmente, da anni, i giocatori migliori.”

Beh, frase più superficiale di questa non me l’aspettavo.

Come? Sì, ho detto superficiale e quindi? Ma non avevi definito, e per ben due volte, il tuo amico un saggio, un fine pensatore? Sì, l’ho detto e continuo a pensarlo, ma avevo detto anche che non mi dovete interrompere. Il fatto è che anche gli uomini colti, attenti, saggi, come il mio amico, si perdono in luoghi comuni quando si parla, non già di sport, ma del Napoli calcio in particolare. Non so perché, forse solo per seguire marginalmente i fatti, senza conoscere la storia di questo club e gli ultimi accadimenti.

Detto questo parliamo di De Laurentiis. Io non so cosa si vorrebbe da questo signore che, acquistato il Napoli nel 2004, ha dovuto costruire una società che mancava, all’epoca, addirittura del “ferri” del mestiere: i palloni. Da che ha cominciato a gestire il club non c’è anno che non ci siamo divertiti, sempre ai vertici e sempre con ottime squadre, in qualunque categoria abbiamo giocato. Una volta in serie A perennemente qualificati ai campionati europei, ora in Europa League, ora in Champions. Abbiamo lottato più anni con la concreta possibilità di vincere lo scudetto e sappiamo anche perché, perlomeno in un paio d’anni, non ci siamo riusciti. Negli anni abbiamo avuto fior di allenatori come Mazzarri che, con una squadra non proprio farcita di fuoriclasse, ci ha fatto divertire, e non poco, in Champions. Usciti solo per quel “golletto” che il buon Maggio poteva e doveva fare. Fra gli altri abbiamo avuto Sarri, Benitez, Ancelotti e ora Spalletti. Non proprio gli ultimi arrivati.

E i giocatori di cui parlava il tuo amico? Se state un po’ zitti e continuate a leggere buoni buoni vi dico.

Ecco, il mio stimato amico è dispiaciuto perché ha visto partire i giocatori migliori. Immagino che parli di Lavezzi, Higuain, Cavani, Hamsik e non già di Albiol, Callejon, Milik ecc. Beh, voglio spiegare al mio amico che oggi il mercato è mutato drasticamente. Non valgono più i contratti firmati. I giocatori in questione, ricevute offerte con ingaggi che moltiplicano, a volte per cinque, ciò che ricevono da una società, non si possono trattenere. E, a maggior ragione, da una società che non è proprietà di americani, arabi, russi e di fondi. Ma, e l’amico non può non essere d’accordo, non si può negare che questi siano stati sostituiti nel modo migliore. E non mi ricordo un solo anno in cui il Napoli, proprietario il buon Aurelio, non sia stato competitivo ai massimi livelli. Se poi il mio amico “fine umorista” si riferiva alle ultime uscite di Koulibaly, Mertens, Insigne, Ospina, Ruiz sappiamo tutti oggi dove siamo e cosa non solo vinceremo con certezza ma cosa sogniamo di poter stravincere. E con un monte ingaggi inferiore, con una società in regola con i conti, con un club che è diventato materia di studio per moltissimi addetti ai lavori.

Un’ultima cosa voglio dire al mio carissimo amico: la mia stima nei tuoi confronti è immutata e il bene pure.

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