Scenari inquietanti

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Il Presidente della Repubblica alla cerimonia commemorativa del 79° anniversario dell’eccidio delle Fosse Ardeatine (Fonte: https://www.quirinale.it/)

I toni tribunizi della Meloni si fanno tanto più magniloquenti e arroganti quanto più i contenuti delle sue esternazioni diventano ambigui e omissivi: è passata dal combattere i trafficanti di migranti su “tutto il globo terraqueo”, missione impossibile, all’improbabile configurazione di “reato universale” per la maternità surrogata, per poi planare serenamente sull’ammissione di non essere Mosè e quindi di non aver potuto finora “prosciugare l’Adige”. Un minimo di senso dell’umorismo l’avrebbe forse indotta a minimizzare la cosa visto che “l’Italia fa acqua da tutte le parti” e a soggiungere, come le piace fare, che anche di questo non ha nessuna colpa, essendo al governo solo da cinque mesi.

Non ha fatto invece ridere la commemorazione dell’eccidio delle Fosse Ardeatine. Per commemorare ci vuole la memoria che però non l’ha soccorsa per ricordare che tra le 335 vittime c’erano anche partigiani, civili, militari ed ebrei: per lei erano solo italiani anche se, secondo il suo punto di vista, forse non propriamente patrioti.

Mattarella rende omaggio alle vittime del naufragio sulle coste di Steccato di Cutro (Fonte: https://www.quirinale.it/)
 

Nella girandola di impegni istituzionali la Meloni, che non aveva trovato il tempo di portare un minimo di conforto ai parenti delle vittime del naufragio di Cutro, lo ha trovato, miracoli di un’efficiente gestione della propria agenda, per ricevere a palazzo Chigi niente meno che lo showman Pino Insegno, suo sostenitore storico, col quale si è trattenuto per oltre mezz’ora, forse per affidargli la conduzione del prossimo Festival di Sanremo, manifestazione da ricondurre al più presto in un sano alveo eterosessuale e, perché no, patriottico.

Ma tutta questa propaganda riuscirà a farle realizzare il profondo mutamento culturale che la Meloni intende imprimere alla sua nazione? Probabilmente no. E allora si dànno da fare anche i suoi più stretti collaboratori e colleghi di governo. Tali sono, tra gli altri, la sorella Arianna e il di lei marito Francesco Lollobrigida, ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e anche delle foreste, il quale ha scoperto che l’Unesco non aveva ancora incluso la Cucina italiana nel patrimonio culturale dell’umanità. Vivamente sorpreso ha parlato di questa ghiotta occasione col ministro della cultura Sangiuliano e insieme hanno avanzato la proposta ufficiale per il 2023. Possiamo essere certi che i due astuti promotori ci diranno che non sarà facile raggiungere lo scopo mentre, se la cosa dovesse invece rivelarsi banalmente semplice, Lollobrigida e Sangiuliano denunceranno chi ha governato prima, e il PD su tutti, per non aver procurato agli italiani un riconoscimento evidentemente dovuto. A questa ricorrente accusa di omissione l’ingannevole propaganda della destra aggiunge un altro fondamentale assioma: una legge fatta dalla destra non è criticabile, se la sinistra poi subentrata al governo non l’ha abrogata o modificata. Non si prende neppure in considerazione l’ipotesi che la cosa sia stata impedita dagli altri partiti che sostenevano insieme al PD governi tecnici o di larghe intese.

A fronte delle persistenti esibizioni muscolari della Premier e dei suoi fidi, volte a evidenziare problemi inesistenti e ad esaltare le soluzioni escogitate per quelli reali, restano totalmente disattese le tematiche politiche più importanti: la realizzazione dei progetti del PNRR è in grave ritardo (brillano, tra gli altri, proprio quelli del settore agricolo) e mette a rischio la prossima tranche dei finanziamenti comunitari; la riforma fiscale si muove in direzione contraria alla redistribuzione richiesta dall’UE; la stessa sbandierata riforma del sistema giudiziario non affronta il vero problema della lentezza della giustizia. Il nodo della precarietà del lavoro non viene neppure accennato e il cambiamento climatico viene avversato nei fatti. In politica estera la Meloni continua a barcamenarsi tra una ambigua adesione al nucleo storico dell’Unione Europea e le continue strizzatine d’occhio al gruppo di Visegràd.

In compenso continuano i tentativi di imbolsire i costumi nazionali. Si cominciò con la repressione dei rave parties, per poi continuare con le prove di elevazione del limite all’uso del contante e di riduzione dell’obbligo dei Pos. È tuttora in corso una riforma della giustizia che accrescerebbe, se venisse portata a termine, l’area di impunità di politici ed amministratori mentre l’abominevole ipotesi di soppressione del reato di tortura darebbe le mani libere alle pur rare frange violente della polizia penitenziaria e delle forze dell’ordine in generale. Allo stato sono operanti solo le ridicole e disumane regole imposte alle Ong nel salvataggio dei naufraghi e l’assurda esclusione dall’anagrafe dei figli delle coppie gay. L’ultimo attentato all’umana sensibilità è stata l’inversione di rotta che ha negato ai figli delle donne recluse di poter vivere un’infanzia normale. Non è dato sapere come si concluderanno tutte le sciagurate iniziative messe in atto da questa maggioranza. Può darsi che molte di esse non giungano al traguardo ma che si riconfermi ugualmente la strategia, piuttosto infantile, con la quale il Governo procede per tentativi, come ultimamente nel caso della mancata costituzione di parte civile nel processo per la strage di Brescia, cui ha posto immediatamente rimedio viste le dure reazioni.

Una riflessione in proposito però va fatta. Mentre nel Codice penale, tanto per fare un esempio, l’omicidio volontario è un reato diverso dal tentato omicidio, nessuna differenza esiste sul piano etico perché in entrambi questi reati esiste la volontà deliberata di sopprimere una persona. Identica valutazione va fatta sui tentativi posti in essere dal Governo e poi opportunisticamente ritirati: sono moralmente e politicamente identici a quelli andati malauguratamente in porto. Cosa dire poi del gravissimo ribaltamento della verità cui la Premier, il Governo e i partiti della maggioranza ricorrono sistematicamente per addossare all’opposizione la responsabilità morale delle loro malsane decisioni? Carlo Bonini, firma storica di “la Repubblica”, così ne riassumeva gli argomenti nel numero dello scorso 24 marzo: “Con una grossolana manipolazione, Fdi e Lega sono infatti riusciti a rovesciare sull’opposizione l’accusa grottesca di voler proteggere, alternativamente, i mafiosi al 41bis, gli scafisti e i trafficanti di esseri umani, il commercio di bambini comprati con uteri in affitto e ora niente di meno che le borseggiatrici recidive che usano i loro figli per sfuggire alla galera”. Quando gli elettori prenderanno coscienza di queste falsificazioni? E fino a quando l’establishment potrà tollerare questi scenari inquietanti che non lasciano spazio alla necessaria crescita del Paese? 

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