Diario di uno che vorrebbe capire: 11 marzo 2023

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pagina di diario

Dopo l’inattesa (ma non per tutti) vittoria della Schlein alle primarie del PD e la contemporanea tragedia di Cutro, aspettavamo speranzosi di conoscere l’effetto di questi due eventi straordinari sulla propensione al voto degli italiani. Il sondaggio della SWG mandato in onda da La7 lunedì 6 marzo ci ha mostrato un’impennata di ben 2,6 punti del PD, notizia confortante, si spera, anche per chi ha sostenuto i candidati usciti sconfitti dalla consultazione popolare e per chi l’ha disertata del tutto.

È bastato poco però per farci ripiombare nello sconforto. Il recuperò del PD corrisponde infatti grossomodo alla riduzione del consenso attribuito agli altri partiti dell’opposizione, che rimane quindi complessivamente stazionaria, mentre i partiti di governo, grazie alla Lega e a Forza Italia, fanno registrare una lieve crescita. Ciò vuol dire che la commozione suscitata dalla morte, forse evitabile, di decine e decine di migranti non si è tradotta nel benché minimo dissenso dal comportamento mostrato dal Governo nell’occasione. Abbiamo cercato di capire quale iniziativa assunta o anche semplicemente prospettata dalla destra abbia potuto giustificare un sia pur modesto incremento del favore verso il partito di Berlusconi, ma non ne abbiamo trovato alcuno se non forse l’onda lunga della sua sbandierata assoluzione nel “Ruby Ter”. La medesima ricerca nella Lega ci ha portato alla conclusione che il suo avanzamento non poteva che dipendere dalle parole disumane ed irridenti pronunciate in più riprese dal clone di Salvini, il ministro Piantedosi, circa le cause del tragico naufragio.

E meno male che la Premier si è tenuta per tutta la settimana a debita distanza, facendo l’indiana (era effettivamente in India), da tutte le polemiche: vi avesse partecipato con tutto il suo bagaglio retorico di pause, toni gravi e pretenziosa ironia, acquisito in chissà quale scuola d’arte drammatica, se ne sarebbe avvantaggiato anche il suo partito. In conclusione, ci siamo detti, se questo è il livello di insensibilità e di indifferenza cui è ridotta la parte del Paese che sostiene la maggioranza, stiamo freschi: questo governo durerà molto a lungo.

La settimana che sta per chiudersi ci ha però offerto qualche chicca. La Meloni è tornata, vantando il successo della sua trasferta indiana, ma non ha ritenuto di portare la sua solidarietà ai parenti delle vittime: ha invece ritenuto di gratificarli portando a Cutri il Consiglio dei Ministri convocato d’urgenza per prendere immediate decisioni proprio sul tema dell’immigrazione. Peccato che, una volta giunta nel luogo del disastro, né lei né nessun altro ministro abbia ritenuto di dare un saluto alle vittime allineate nelle lunghe file di bare che tutti abbiamo visto in TV. Ma, niente paura, anche in questo caso la Meloni farà di più: inviterà a Roma tutti i parenti delle vittime. Certamente non alla festa per il cinquantesimo compleanno di Salvini: un’allegra, serena ed informale riunione tra amici, dominata dalla santissima trinità al completo (c’era anche nonno Silvio), durante la quale la coppia Meloni-Salvini si è esibita al karaoke, come da video fatto circolare sui social, cantando “core a core” la “Canzone di Marinella”. Non siamo tra quelli che hanno visto nella scelta della canzone di De André un gesto di scherno nei riguardi delle vittime: sarebbe oltremodo disumano e il nesso tra la tragedia e la vicenda narrata nel testo della canzone, il cui autore era tra l’altro un convinto pacifista, è inesistente. E tuttavia non vorremmo che, in altro momento non filmato della prova canora, abbiano ritenuto di omaggiare un loro aperto sostenitore, Povia, cantautore euroscettico e sovranista, duettando con la sua canzone più nota, “I bambini fanno ooh”. Vedremo cosa ci dirà il sondaggio di lunedì prossimo. Ci accontenteremmo di una flessione anche irrisoria di FdI ma anche questo è un sogno; in settimana è stata annunciata la presentazione in Parlamento del disegno di legge-delega per la riforma del fisco e l’introduzione della flat tax, tema che solletica non poco il palato degli elettori di centro destra.  

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