Lo sportivo della domenica

tempo di lettura: 3 minuti
Zona interessata dalla tendinite di Achille

L’apparato muscolo-scheletrico ha la duplice funzione di dare sostegno alla postura e consentirci il movimento nello spazio, vincendo così la forza di gravità che ci trattiene a terra. Quindi è fondamentale mantenerlo integro il più a lungo possibile; non preservandolo con l’inattività, ma stimolandolo in maniera fisiologica, anche eccedendo nello sport professionistico (dopo opportuna preparazione ovviamente) e sollecitandolo costantemente con un’abituale attività fisica.

Il movimento è dovuto a un equilibrato alternarsi di contrazione e rilasciamento muscolare che consente di flettere, estendere o ruotare i vari segmenti osteo-articolari. Quando una di queste componenti (muscoli, tendini, osso) è compromessa, ne risente tutto l’arco del movimento. Ad esempio, uno stiramento agli adduttori, i muscoli interni della coscia, provocherà difficoltà alla deambulazione e alla corsa a causa del dolore. Una tendinite dell’achilleo non consentirà la corsa e a volte anche un appoggio corretto del piede. Poiché la nostra è una vita di movimento, si capirà il disagio quando subentra un problema legato ad esso. Preservare l’equilibrio e l’integrità delle sue componenti purtroppo non è mai stato prioritario, perché nella maggior parte dei casi il problema si risolve con un po’ di riposo funzionale e dei farmaci antinfiammatori.

Purtroppo quando il problema si cronicizza o la lesione è estesa, ci si rammarica di averlo sottovalutato. Prendiamo ad esempio lo sportivo della domenica: sposato, un po’ sovrappeso, di età compresa tra i 40 e i 60. Durante la settimana per lavoro passa la maggior parte della giornata tra ufficio, studio, auto, poltrona di casa, con sporadiche passeggiate a piedi. Poi la domenica si presenta scalpitante sul campo di calcetto con l’incipiente pancetta che nasconde sotto una maglietta di una taglia superiore. Ovviamente correrà su ogni palla, e non eviterà i contrasti, senza badare al fiatone. Finché un giorno si accascerà tenendosi una gamba e girandosi come a vedere chi è stato a lanciargli un sasso. Sì, perché è questa la sensazione che si ha quando si rompe il tendine di Achille: uno schiocco improvviso che pare provocato da un corpo contundente lanciato da qualcuno.

Questa ovviamente è una situazione estrema, ma che comunque non bisogna escludere, trattandosi il più delle volte di distorsione alla caviglia o al ginocchio, contusione alla spalla o stiramenti muscolari. Un’altra lesione abbastanza comune è quella del menisco: un’improvvisa torsione del piede bloccato al terreno e menischi e legamenti (soprattutto il crociato anteriore) subiscono una trazione talmente forte da lacerarsi o rompersi del tutto. Senza sottovalutare ovviamente l’elemento passivo dell’apparato locomotore, l’osso (quelli attivi sono muscoli, tendini e legamenti) che può fratturarsi durante i contrasti o le cadute. Naturalmente sono gli sport di contatto a determinare questo tipo di lesione. Il muscolo è il tessuto più ricco di vasi sanguigni perché durante la sua attività consuma una grande quantità di energia, quindi per utilizzarlo al meglio durante l’attività sportiva ha bisogno di essere preparato con un adeguato afflusso di sangue. Ecco a cosa serve il riscaldamento prepartita. Nei professionisti lo fanno gli allenamenti quotidiani, ma negli sport amatoriali questa esigenza-necessità è spesso sottovalutata. Un muscolo non adeguatamente preparato è più vulnerabile.

In realtà la prima fonte di energia cui attinge il muscolo per la sua attività si chiama ATP (adenosintrifosfato) per la cui scissione è richiesto l’ossigeno. Ma, contraendosi, il muscolo schiaccia i capillari che scorrono tra le fibre, minimizzando l’afflusso di sangue e ossigeno. Per ovviare a ciò il muscolo ricorre a una reazione priva di ossigeno (anaerobica) attraverso la quale il glucosio è trasformato in acido lattico con produzione di energia. La fatica e il dolore sono dovuti proprio all’accumulo dell’acido lattico proveniente dal glucosio. Altro elemento importante è una adeguata assunzione di carboidrati (zuccheri) ed elettroliti (sali minerali). I primi sono l’energia disponibile di immediato utilizzo, i secondi (sodio, potassio, cloro) sono necessari per trasmettere l’impulso che da inizio alla contrazione. Non tralasciando una costante idratazione (bere acqua) per supplire alle perdite idriche dovute alla sudorazione. Consiglio quindi, da medico dello sport, una bevanda che contiene dall’1% al 3% di glucosio (che dà energia e stimola l’assorbimento dell’acqua) e il 2%-3% di sodio e potassio. Last but not least, lo stretching: il tensionamento graduale del muscolo che prepara la rapidità e potenza del gesto atletico oltre a migliorare la flessibilità e mobilità articolare, e che se trascurato è causa di stiramenti e contratture.

Rispondi

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Torna in alto