Piantare la speranza

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Riceviamo dal sig. Salvatore Pagliuca e volentieri pubblichiamo

A quindici anni dall’istituzione da parte delle Nazioni Unite della Giornata Mondiale della Consapevolezza dell’Autismo, il cammino verso l’uguaglianza e la pari opportunità per i cittadini con autismo è ancora all’inizio e dobbiamo tutti essere consapevoli che, in relazione ad un fenomeno che cresce vertiginosamente, ci si continua a impantanare in classiche burocrazie e chiacchiere inutili.

Dal confronto dei genitori di ragazzi e bambini autistici emerge un dato: la maggior parte delle persone con autismo non hanno ancora una vera integrazione sociale. La strada è ancora tutta in salita in Italia e in particolar modo in Campania. Il cambio culturale che deve avvenire nella Sanità, nelle Politiche sociali, nella Scuola, è un processo che va a rilento, e sono ancora tante le famiglie che non riescono ad avere risposte dignitose per i loro bambini e per i loro figli adolescenti affetti da autismo. A fronte di diagnosi, che si riescono ad ottenere oggi in tempi brevi rispetto al passato, esistono comunque ancora divergenze nella proposta del progetto educativo, e pochissime ASL in Campania possono offrire interventi abilitativi appropriati, intensivi e precoci. Succede troppo spesso che nei centri riabilitativi convenzionati i tempi di attesa siano di anni. Così mentre in Irlanda da ben cinque anni esiste la Dublin City University, la prima università per persone affette da autismo, qui avviene troppo spesso che all’interno della scuola primaria i nostri bambini e ragazzi abbiano al loro fianco ogni anno (se si riesce ad avere) un insegnante di sostegno diverso e molto spesso non formato in modo adeguato e specifico per stare al fianco di un soggetto autistico. E non dimentichiamo che, oltre quel poco che la scuola offre, c’è il nulla e quando termina il percorso scolastico non sappiamo come riempire le giornate vuote dei nostri figli. Mancano servizi, strutture competenti, attrezzate, rispettosi dei diritti umani e motivati a rispondere alle necessità delle persone affette da autismo, che li accompagni in un percorso d’inclusione e partecipazione verso una vita piena e soddisfacente come quella di chiunque altro.

Il rischio più grande è che certi risultati faticosamente raggiunti vadano poi persi in breve tempo, senza il sostegno necessario, con il rischio di sopperire poi con l’uso dei farmaci per “tranquillizzare” chi non riesce a esprimere il proprio disagio se non con comportamenti problematici!

Le varie istituzioni si muovono al buio non avendo la necessaria cultura e la sensibilità per ascoltare e accogliere le istanze delle persone autistiche. Sono anni che il 2 aprile leggiamo le stesse cose, gli stessi impegni poi completamente ignorati o disattesi.

Io, genitore di un bambino autistico, ho avuto la fortuna di conoscere e far parte dell’Associazione Cuori Blu che, investendo negli amici nei parenti dei nostri figli, organizza delle attività di vario genere per i nostri ragazzi contribuendo alle spese delle stesse, e nel contempo continua a portare alla ribalta i bisogni di questi bambini/ragazzi speciali che, come tutti, nella loro unicità devono avere il diritto ad una vita serena e dignitosa.

1 commento su “Piantare la speranza”

  1. Condivido pienamente, è inaccettabile che stiamo ancora combattendo per avere un nostro diritto, tutti meritano di integrarsi nella nostra società anche le fasce più deboli , dovremmo essere noi adulti a dare a loro il modo giusto, per integrarsi .Come ogni anno anche noi ricordiamo che il 2 aprile è la giornata mondiale dell’autismo ,mi rivolgo alle istituzioni la consapevolezza i genitori c’è l’hanno 365 giorni all’ anno è per questo che chiediamo di non abbandonare le famiglie che vivono queste difficoltà, perché tutti meritano di essere felici .

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