Diario di un vaccinato che spera di sopravvivere: 14 novembre 2021

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Ormai non se ne può più di assistere a talk show nei quali viene offerta l’occasione di affermare solenni bufale a personaggi che godono di un vasto seguito, al quale danno in pasto massicce dosi di falsità. Se poi parliamo di green pass, di vaccini e di ondate pandemiche mia moglie ed io sfioriamo la paranoia e talvolta cambiamo canale per cercare scampo, se ci riesce. A volte ci sembra addirittura che la schiera dei fiancheggiatori degli antivax vada pericolosamente estendendosi: dopo Freccero, Agamber e Cacciari sembra che anche il pur da noi stimatissimo storico dell’arte Tomaso Montanari stia salendo sul carro di chi fiuta nel vaccino una minaccia alla democrazia.

Primeggia tra questi convitati di pietra la figura prestigiosa del filosofo veneziano. Ospite assiduo su La7, rete televisiva che in famiglia guardiamo di preferenza avendo scartato sin dai primi miasmi le reti berlusconiane ed essendoci poi gradualmente allontanati anche da Rai1, da Rai2, tuttora in mano leghista, e financo da Rai3 quando vi intravediamo tracce di autocensura politica.

Qualche sera fa, ospite della Gruber, Cacciari si è avventurato in territorio epidemiologico citando una serie di dati scientifici che ha poi riconosciuto aver attinto dal web. La cosa ha suscitato la reazione composta ma ironica di Antonio Padellaro il quale si è chiesto come si sarebbe comportato un cattedratico di livello, come Cacciari, se un suo studente avesse detto la stessa cosa: si è risposto che lo avrebbe invitato ad accomodarsi fuori dell’aula. E probabilmente in malo modo, visto che tutte le sue apparizioni televisive sono costellate di gesti di insofferenza nei riguardi di chi, povero disgraziato, lo contraddice. A volte mostra segni di tale fastidio da far pensare ad un repentino abbandono dello schermo, ma finora non l’ha mai fatto perché riesce in qualche maniera a recuperare un umore accettabile per lui e per i presenti. In questo risulta meno coerente dell’imprenditore ed ex fondatore di FdI, Guido Crosetto che, caso abbastanza raro, ha lasciato la trasmissione di Formigli protestando garbatamente. Padellaro ha poi concluso la sua sobria requisitoria affibbiando a Cacciari il titolo di “filorogo”, da aggiungere alla qualifica di costituzionalista di complemento guadagnata dal filosofo in precedenti dibattiti sulla libertà di non vaccinarsi.

Appena qualche sera dopo, Maurizio Recalcati, psicanalista “lacaniano” in grande ascesa, ha giustamente stigmatizzato tutte le esternazioni scientifiche azzardate dagli intellettuali invitandoli a considerare che certe affermazioni non si perdono nel vento ma producono effetti concreti in chi le ascolta e, se false, creano danni. Non a caso pare che Cacciari, ma non solo lui, sia stato strumentalmente eretto a riferimento dalla destra no-vax. Parafrasando Lenin potremmo affermare che l’intellettualismo è la malattia infantile dello scientismo. Auguriamoci dunque che questi debordanti intellettuali, che spesso imbarazzano la conduttrice o il conduttore di turno, trovino il senso della misura: non vorremmo dover concludere che tra le tante vittime del Covid figurassero anche le loro riconosciute qualità.

1 commento su “Diario di un vaccinato che spera di sopravvivere: 14 novembre 2021”

  1. Bravo. Sopravvivere a tutte queste fanfaluche diventa sempre più arduo. Se a questi personaggi venisse chiesto quale sarebbe l’alternativa per affrontare i rischi della pandemia in corso, sono convinta che finalmente otterremmo un agognato silenzio, per loro imbarazzante e stridente con la loro superbia e arroganza ma per noi liberatorio.

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