Diario di un vaccinato che spera di sopravvivere: 6 novembre 2021

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pagina di diario

Un certo imbarazzo mi ha colto nell’affrontare questa paginetta di diario: non sapendo se dichiararmi ancora in serena attesa della terza dose o in allarme per la quarta ondata, ho optato per un nuovo titolo che non esclude altri pericoli oltre a quello ormai scontato del Covid.

La specifica speranza di liberarsi del virus è peraltro tuttora compromessa dai no-pass e dai no-vax che vorremmo tanto ridurre a no-vox e farli tacere definitivamente. Il loro assurdo, egoistico e antiscientifico atteggiamento spinge persone convintamente democratiche come me a immaginare sane soluzioni autoritarie, tipo vaccino obbligatorio con lockdown domestico per chi continuasse a sottrarvisi, modello Vienna, per intenderci. Con tanto di affissione sulla porta di ingresso dei loro appartamenti di avviso, inamovibile pena sanzione pecuniaria, che lì dentro vive un no-vax, altro che la stella di David. Per i lavoratori costretti a disertare il lavoro non effettuabile da remoto si potrebbe pensare, facendo appello a quel residuo di istinto umanitario che ancora non ha abbandonato noi stupidi vaccinati, a un “reddito di isolamento forzato nel superiore interesse pubblico alla salute”. Federico Rampini ci dà una attendibile catalogazione dei no-vax, “per i quali conferma di non aver mai avuto alcuna simpatia in nessuna delle loro varie versioni: dagli oscurantisti di destra agli ipersalutisti della sinistra anti-Pharma, fino ai filosofi dell’estremismo libertario.” Al ventaglio delle categorie rampiniane aggiungerei quella, forse numericamente dominante, dei diffidenti per ignoranza, i più sprovveduti e quindi giustificabili.

A costoro (ma nessuno lo fa, né le istituzioni, né gli esperti, né tantomeno i terroristici dibattiti televisivi, né, per ovvi motivi politici, i social) si dovrebbe sventolare sotto il naso il numero dei non vaccinati deceduti a partire dal mese di luglio. Non l’arida e monotona elencazione di quanti ne sono morti ogni giorno (oggi 35, domani 38 e così via) ma il totale delle migliaia di non vaccinati che se ne sono andati in tutto l’arco di tempo. E, in barba all’ormai illusoria e odiosa protezione della privacy (vantaggiosa per occultatori di capitali, evasori, criminali organizzati e non, ma disastrosa per la stragrande maggioranza dei cittadini comuni), ne pubblicherei anche nomi, cognomi e indirizzi, dando a tutti la possibilità di verificare personalmente. Più democratico di cosi!

Per il personale sanitario tuttora recalcitrante andrebbe minacciata la radiazione dall’albo se previsto e l’allontanamento dall’attività professionale indirizzandolo verso un lavoro più innocuo, ad esempio nei campi, osservando ovviamente una rispettosa distanza non solo dagli altri lavoratori anche dai trattori e dalle trebbiatrici. Per questi esseri umani che hanno reso il giuramento ad Ippocrate e visto cadere in prima linea tanti colleghi, mi parrebbe una pena accettabile.

Ai poliziotti e carabinieri renitenti alla vaccinazione occorrerebbe proporre, in alternativa, qualche incarico un tantino più pericoloso, che so, tipo scorta a diplomatici in trasferta in zone di guerra o inclusione in unità operative di peacekeeping. Insomma qualcosa che non gli garantisca un’aspettativa di vita preferibile a quella prevedibile in caso di ipotetici danni da vaccino, anche a lungo termine.

Ed infine per gli “estremisti libertari” individuati da Rampini non si vede altra soluzione che uno svuotamento, non si sa con quale tecnica innovativa, dei loro enormi cervelli intasati di letture, letture e letture, spesso sbagliate e contraddittorie che non hanno lasciato spazio all’attività dei neuroni del “buon senso civico” e dell’”opportunità politica”. Non guasterebbe poi una tiratina di orecchie per risvegliarli dal torpore del loro pericoloso narcisismo: il tutto democraticamente, alla luce della nascente democrazia del terzo millennio.  

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