Il piacere della scuola …

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Riceviamo dalla prof. Giuseppa Russo e volentieri pubblichiamo.

Sono solo sette anni che insegno matematica alle scuole superiori, ma tanti sono gli aneddoti da raccontare.

Nonostante la mia materia richieda, più che in altre, rigore e disciplina mentale, non sono mai stata la classica prof di matematica, severa e austera e a tratti con la testa fra le nuvole, quella che quasi tutti ricordano con angoscia e orrore, certo gli occhiali li ho, ma le mie lezioni sono sempre svolte in un clima di ilarità.

Un giorno, in una prima classe di un tecnico per chimici, dopo aver introdotto alcune nozioni e spiegato il significato dell’insiemistica, passammo alla risoluzione di esercizi con l’utilizzo dei diagrammi di Eurelo-Venn, cerchi o ellissoidi. Dopo l’ennesimo tentativo di far capire come potessero essere utilizzati per risolvere problemi di calcolo, ad esempio, quanti studenti in una classe di 25 alunni facessero contemporaneamente due sport, sapendo che 15 giocavano a calcio e 11 a basket, mentre 4 non praticavano alcuno sport,… bene lasciando al lettore la libera immaginazione di quali siano potute essere le relative risposte, ho perso la pazienza e ho urlato: “ragazzi dovete ragionare con le palle!”; tutti scoppiarono a ridere, compresa me, e come se non bastasse ho aggiunto: “certo che per le ragazze è un po’ più difficile”.

In un’altra giornata di lezione, dedicata alla possibilità di sommare due o più monomi, mi sono improvvisata fruttivendola. Dopo aver detto cosa si intenda per monomio, per suo coefficiente, e aver dato la definizione di monomi simili, visto che si ostinavano a voler sommare 2ab con 4ac, inventando fantasiose forme di algebre, ho dovuto utilizzare l’analogia con la frutta, dicendo che un monomio può essere considerato come una particolare tipologia di frutta o ortaggio: ab possono essere mele, mentre ac banane; quindi se compro 2 mele e 4 banane avrò come risultato sempre 2 mele e 4 banane, nessuna moltiplicazione di mele e banane può essere eseguita, come avvenne per il miracolo dei pani e dei pesci, mentre se copro 4 mele e poi altre 3 mele alla fine avrò acquistato 7 mele… di necessità virtù, vi assicuro che funzionò.

Con l’introduzione della logica incappammo nel giudizio soggettivo. Definizione di proposizione dal punto di vista matematico: è una frase di senso compiuto cui possiamo attribuire un valore di verità, valore che non dipende da chi scrive e legge la frase, ma ha un valore assoluto non soggettivo; dopo vari esempi, chiedo ad una ragazza di formare una proposizione matematica, e lei: “io sono simpatica”; le ho chiesto: “sei convinta di ciò che dici?” e lei: “sì prof, me lo dicono tutti”.

Nel corso di un’interrogazione di geometria chiedo di disegnarmi due punti sul piano della lavagna e poi tutte le rette contenenti i due punti (assioma: per due punti del piano passa una e una sola retta); il risultato è stato un fascio di rette per un punto e uno per l’altro, gli ho chiesto: quante sono? “prof, sono tante”.

Questi sono i primini, ma vi assicuro che anche nelle classi successive ci si diverte molto; ricordo che, ai tempi in cui io frequentavo il liceo, l’unico obiettivo dei professori era la formazione legata alla propria disciplina, adesso i docenti devono trasmettere conoscenza ma soprattutto essere psicologi, pedagoghi, confidenti, stare attenti a non usare frasi come “non hai capito nulla”, ma sempre “non mi sono spiegata bene”. Tutto ciò è giusto ma mai a discapito dell’istruzione, bisogna cercare di trasmettere ai ragazzi l’importanza dello studio, dell’impegno intellettivo, perché è solo con la conoscenza che possiamo crescere ed essere parte attiva di un mondo che altrimenti si prende gioco di noi. Leggere, imparare a scrivere correttamente, risolvere problemi di svariata natura, conoscere la storia, la geografia… ci permetterà di riconoscere i propri e gli altrui errori, di argomentare e contro-argomentare, di capire e comprendere chi è diverso da noi, rispettarlo in quanto tale, perché è proprio la diversità che ci rende unici.

Giuseppa Russo

2 commenti su “Il piacere della scuola …”

  1. Sorprendente articolo che racchiude in sé non solo insegnamenti di ditattica, ma anche di vita. Brava Giuseppa

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