Gli effetti collaterali del lockdown

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Esposizione di televisori in un negozio (Foto di Wikimedia Commons)

Le misure restrittive, nuovamente imposte per questo periodo a causa dell’aumento dei casi di contagio da Covid-19, inducono i cittadini adulti, rispettosi delle regole, ad un rapporto più frequente con il mezzo televisivo. Le trasmissioni tv diventano oggetto di conversazione in famiglia e i limiti qualitativi di molti “programmi d’intrattenimento” vengono passati al setaccio. Così emerge che non pochi ospiti di talk show, per il fatto di trovarsi di fronte a una telecamera, si sentono investiti della funzione di distributori di opinioni e di certezze, arrivando ad insultarsi reciprocamente, facendo mostra di crassa ignoranza e grande inurbanità nei modi. Estenuanti discussioni su indumenti intimi, su ciò che si è mangiato a pranzo, chiacchiericcio sull’inesistente, questo si vuole che sia la realtà della persona media; una realtà dove hanno spazio pochissime domande veramente significative e dove le piccole cose sembrano essere tutto ciò di cui valga la pena interessarsi. Purtroppo l’ignoranza e l’indifferenza sono il marchio di fabbrica di una non trascurabile fetta di tanti occupanti del mezzo televisivo a qualsiasi ora del giorno e della notte, per cui la ricerca di qualche trasmissione edificante sul piano culturale, ma anche semplicemente distensiva, è diventata impresa ardua.

L’ignoranza seduce, ci si può sprofondare e trasforma ogni miseria nella più splendida verità. Questa realtà è ben chiara anche ai produttori e agli autori dei programmi di cui parliamo; quindi, è spontaneo chiedersi: allora perché realizzano e promuovono queste sconcezze? Alcune produzioni sono evidentemente il risultato delle cattive letture di quelli che ne scrivono i copioni. C’è da presumere che a costoro manchi un’impostazione etica del loro lavoro, non manifestano alcuna preoccupazione per le degenerazioni culturali cui possono contribuire con le loro produzioni; non si pongono il problema di sforzarsi di “migliorare” la gente, anzi sembra che la loro missione sia principalmente quella di “anestetizzare” le menti delle loro platee rendendole insensibili a qualunque domanda portatrice di senso. Sembra che la via del consenso sia lastricata di pettegolezzi, applausi a comando, offese gratuite, assenza di argomentazioni; provate, come ho fatto io, a seguire qualcuna di queste trasmissioni e mettete alla prova le mie conclusioni: chi si sforza di esprimere parole ragionevoli, viene messo a tacere o, nel migliore dei casi, il suo ragionamento viene lasciato cadere nell’oblio; appare quasi come un folle, se si permette di contrapporre ai giudizi irragionevoli dei più le ragioni dell’argomentazione. Se gli va bene, verrà zittito perché “i tempi televisivi sono brevi” o “la pubblicità incombe”! Ecco, il tutto è dominato dal profitto: non vale ciò che è più logico, ma ciò che più rende in moneta.

L’amara conclusione cui si arriva è che viviamo in una realtà pervasa da sordità cognitiva, in cui la cultura viene confusa con l’intrattenimento volgare; se non si porrà un serio limite a questo degrado intellettuale, si sosterranno gli interessi di élite motivate unicamente dal perseguimento del profitto economico senza alcun interesse per la qualità delle idee dei singoli e per i loro valori.

Cosa fare? Siccome i produttori sono molto sensibili all’audience, un sano boicottaggio di questi programmi può disincentivare i loro finanziatori e contribuire alla loro scomparsa dai palinsesti. In alternativa, scaviamo negli scaffali delle nostre librerie alla ricerca di un buon libro perché … “Chi non legge a 70 anni avrà vissuto una sola vita: la propria. Chi legge avrà vissuto cinquemila anni: c’era quando Caino uccise Abele, quando Renzo sposò Lucia, quando Leopardi ammirava l’infinito. Perché la lettura è un’immortalità all’indietro” (Umberto Eco).

1 commento su “Gli effetti collaterali del lockdown”

  1. ADRIANO FERRARA

    Effettivamente lo schifo della maggior parte di trasmissioni targate Mediaset è evidente, ma un’ancora di salvezza c’è; su RAI3 va in onda ogni sera alle 20,20 una trasmissione bellissima “Via dei Matti numero zero” condotta da Stefano Bollani e signora, che scivola via leggera e suadente, con buona musica e un’atmosfera accattivante, senza urla, parolacce, litigi, gossip e finti amori tra bonazze e palestrati. Da vedere, sperando che continui il più a lungo possibile.

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