Diario di un “sorvegliato” in attesa di vaccinazione: 17 marzo 2021

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La zona rossa ferma quasi tutto ma non il mio diario che, pur cambiando nome a seconda delle circostanze, continuerà e si concluderà, si spera, con una pagina finale intitolata “Diario di un sopravvissuto”. Ma fino a quel momento ci saranno tante cose da commentare.

Agli onori della cronaca è assurto il vaccino AstraZeneca con la conseguenza, gravissima, che tutti o quasi tutti chiedono di essere immunizzati con prodotti alternativi: c’è chi vorrebbe lo Sputnik, che sembra al momento non essere letale come altre sostanze partorite nei laboratori russi, anche se insospettisce l’ansia di Putin e compagni (compagni mo’, un tempo, forse) di somministrarlo alle popolazioni europee che stanno esaminando la possibilità di ulteriori sanzioni dopo il caso  Navalny, l’avversario di Putin miracolosamente sopravvissuto a una dose massiccia di “vaccino”. Lo Pfizer-Biontech a sua volta preoccupa per la temperatura di conservazione proibitiva mentre del Moderna non si ha ancora un’opinione precisa. La maggioranza dei vaccinandi sembra propensa ad attendere il Johnson & Johnson che si somministra in dose unica e ricorda nel nome cose innocenti come lo shampoo, le creme idratanti e tante cosucce che già circolano nelle nostre case da anni. E poi c’è il fascino del doppio nome: quando la diffusione nella produzione dei vaccini sarà generalizzata, ciascuno si orienterà secondo i propri gusti, gli alcolisti verso il Black&White, quelli che amano il bricolage verso il Black&Decker e i più mondani verso il Dolce&Gabbana.

Nel frattempo però la pandemia ci metterà difronte a tante altre novità. Quella che incuriosisce in questi giorni è il Treno-Covid, che abbiamo visto stazionare a Milano: permetterà di trasferire i degenti gravi in soprannumero verso ospedali più ospitali. È un bel treno dotato di tutto quanto necessario al trattamento di pazienti in terapia intensiva: pazienti di seconda classe dimessi dagli ospedali milanesi per fare posto a quelli di prima classe che viaggiavano solo in elicottero o con l’aereo privato. Cose che possono succedere nella Lombardia del trio Fontana-Moratti-Bertolaso. Nel treno c’è comunque tutto l’occorrente per assicurare un sereno viaggio di andata e, tutti lo sperano, anche di ritorno. Un po’ di confusione potrà nascere nella conduzione del convoglio tra il capotreno e il caposala ma alla fine si troverà un accordo almeno fino a quando qualche degente non confonderà il pulsante per chiedere assistenza con quello della frenata di emergenza.

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