Diario di un “sorvegliato speciale”: 28 febbraio 2021

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Con la nomina dei sottosegretari il governo Draghi può finalmente decollare. Nel suo gabinetto manca soltanto il sottosegretario con delega ai servizi igienici, ma qualcuno si troverà prima o poi senza alcun dubbio. Peccato che il servizievole Scalfarotto sia stato già destinato agli interni dove, secondo i desiderata del suo padroncino, andrà, scodinzolando, ad intralciare il lavoro della Lamorgese con lo stesso spirito costruttivo che lo animava quando fu candidato in Puglia per ostacolare amichevolmente la rielezione di Emiliano.

Le acrobazie di Renzi non hanno risparmiato neanche la Bellanova, sorpresa mentre, dopo le ultime nomine, canticchiava sommessamente: “Tu mi fai girar, tu mi fai girar (dall’Agricoltura al Lavoro) come fossi una bambola. Poi mi butti giù, poi mi butti giù (da ministra a sottosegretaria) … da stasera la mia vita nelle mani di un ragazzo no, non la metterò più”.

Ma il più deluso di Italia Viva è Gennaro Migliore. Avuta notizia che Berlusconi, dall’alto della sua statura, ottenuta grazie alle venerande zeppe inserite nelle sue calzature, auspicava un “governo dei migliori”, credeva fosse finalmente arrivato il suo momento: “Chi più Migliore di me?”, si era detto. Invece è andata buca anche questa volta e chissà dove lo porterà la circumnavigazione di quel vasto continente che è la politica, partita da Rifondazione Comunista e forse destinata, seguendo la vecchia rotta di Giuliano Ferrara, ad approdare sulle rive della destra.

Bene o male il governo Draghi è comunque salpato, ma il viaggio si preannuncia burrascoso. La ciurma è quanto mai eterogenea, in buona parte indisciplinata e potenzialmente rissosa. Al momento giusto, leghisti, berlusconiani e forse renziani si ammutineranno, isseranno sul pennone più alto il loro vessillo (mano rampante in campo altrui) e dirotteranno il vascello verso le elezioni che consentiranno finalmente di mettere le mani sul ricco bottino custodito nel galeone europeo diretto verso l’Italia. Ma queste sono ipotesi malevole che speriamo siano scongiurate dall’abilità di cotanto nocchiero.

Quanto alla discontinuità tra vecchio e nuovo governo sembra al momento molto labile. Praticamente Draghi non ha messo in discussione quasi nulla dell’operato di Conte. Sotto alcuni aspetti ne ha addirittura confermato la validità: viene riconosciuta, ad esempio, la validità del protocollo d’intesa con cui Speranza e Zingaretti hanno stanziato otto milioni per il proseguimento della sperimentazione del vaccino ReiThera, iniziativa contestatissima dalle opposizioni ma oggi considerata un apripista per la produzione interna di vaccini, ritenuta da tutti necessaria.

L’unica novità del governo Draghi riguarda il colore, non tanto quello della nuova maggioranza che tende al verde e, in prospettiva post-elettorale, anche al nero, ma piuttosto quello che distingue le regioni in base al colore. È spuntato così l’arancione scuro e ci saranno forse il giallo paglierino e le zone rosa per la parità di genere. In questo scenario confusamente policromo anche noi di zonagrigia subiremo frequenti scossoni: ci sono cinquanta sfumature di grigio! L’unica certezza è che la Sardegna è bianca e quindi potranno finalmente aprire le stazioni sciistiche.

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