Meditazione, una pillola per la felicità?

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Elaborazione grafica di N. Neiviller

Meditare non è altro che un lavoro del nostro cervello, può avere uno scopo religioso, spirituale o filosofico. La meditazione può essere definita riflessiva nel momento in cui ci si sofferma a meditare su qualcosa di preciso ed è una caratteristica della cultura occidentale, mentre è definita recettiva nel momento in cui si cerca di liberare la mente da tutti i pensieri ed è tipica della cultura orientale. In filosofia l’atto di riflettere è inteso come pensiero che pensa sé stesso, un ripiegamento su sé stesso, un turbine di pensieri dedicato alla nostra attività interiore di pensieri stimolata dal mondo esterno e quindi attraverso le sensazioni. Per quanto riguarda invece il meditare nella cultura orientale finiamo in un vuoto, ad una probabile unione con il silenzio cosmico per trovare una quiete interiore, un atto di ribellione dai nostri continui pensieri, un sedativo per essi.

Una “pillola” per la felicità esiste, non è il Prozac ed è del tutto naturale, necessita solo di un leggero sforzo psicologico ogni giorno e di meno scetticismo. Di questi tempi è inevitabile che i livelli di stress nelle persone siano in continuo aumento e che ci sia bisogno di qualcosa che ci aiuti a scaricare lo stress che accumuliamo non lasciando spazio alla mente per rilassarsi. Allora perché non fermarsi 20 minuti e godersi l’attimo?

La meditazione se praticata ogni giorno e per lungo tempo, secondo diversi scienziati, aiuterebbe a ridurre stress, insonnia, ansia e depressione e a rinforzare il sistema immunitario.

La meditazione è un meccanismo di rilassamento adottato da molte tradizioni religiose, era in uso in India molto prima di Buddha nelle Upaniṣad, scritture sacre induiste compilate approssimativamente a partire dal IX-VIII secolo a.C., nelle quali è presente il primo riferimento esplicito alla meditazione che sia giunto fino a noi, indicata con il termine sanscrito dhyāna (ध्यान).

Esistono vari tipi di meditazione ma tutte hanno in comune esercizi di rilassamento, che tentano di liberare la mente dai pensieri stressanti e controproducenti.

Alcune pratiche meditative, come nel cristianesimo ad esempio, si concentrano sulla pratica della preghiera legata alla riflessione su Dio, altre invece si basano ad esempio sulla ripetizione dei mantra (ovvero una “espressione sacra” e corrisponde a un verso del Veda, a una formula sacra).

A promuovere questa pratica nel mondo occidentale fu Jon Kabat-Zinn, biologo e scrittore statunitense, che nel 1979 fondò la Stress Reduction Clinic presso la University of Massachusetts Medical School, dove adattò gli insegnamenti buddisti sulla mindfulness (la pratica della meditazione senza i principi religiosi del buddismo, incentrata sulla consapevolezza) e sviluppò il Programma di riduzione e rilassamento dello stress. Il termine mindfulness è la traduzione di “sati” che in lingua pāli, il linguaggio utilizzato dal Buddha per i suoi insegnamenti, significa consapevolezza, attenzione o piena consapevolezza mentale, che sono qualità dell’essere che possono venire coltivate attraverso la meditazione.

Sono stati sviluppati molti studi per comprendere l’efficacia della mindfulness nel comportare cambiamenti positivi nel cervello umano e se i suoi effetti positivi possano essere alla portata di tutti. In un articolo del New York Times si citano alcuni studi scientifici, sostenuti dai ricercatori di Harvard, i quali sosterrebbero che la meditazione, oltre a produrre cambiamenti in alcune parti del cervello associate all’ansia e all’apprendimento, sarebbe in grado di modulare le onde alfa, onde cerebrali legate alla trasmissione dell’input sensoriale dato dall’ambiente circostante. Altri studi, compiuti dalla University of Wisconsin e diretti da Richard Davidson, personalità di spicco nell’ambito delle ricerche sulla meditazione e amico di lunga data del 14° Dalai Lama, hanno mostrato che due mesi di pratica sono sufficienti a incrementare addirittura l’efficacia del sistema immunitario.

L’efficacia di questa pratica sarebbe quindi evidente e il suo continuo diffondersi in Europa sta facendo aumentare i curiosi in cerca di attimi di pace, anche duraturi. Oltre ai possibili corsi cui partecipare, è possibile avere anche una breve introduzione in una piccola serie uscita da poco sul portale di Netflix.

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