“Il cielo di carta”: Sopravvissuti

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L’ultimo impegno letterario di Vincenza Alfano (Sopravvissuti, Alessandro Polidoro Editore, Napoli 2020), racconto lungo o romanzo breve che dir si voglia, è un piccolo gioiello che brilla nella sua produzione al pari di un diamante. Piccolo perché lo si può stringere tra le mani, come un dono prezioso; gioiello perché come un diamante dalle tante sfaccettature emana una luce che fende il buio che cala dentro ciascuno, quando si è travolti da un dolore inaspettato, fulminante, irrazionale. L’Autrice con la sua parola densa, calibrata, talora poetica mai melensa o patetica entra nel dolore dell’altro da sé, nelle anime ferite a morte di Mara e Alfredo. Due genitori che, come per un maleficio, vedono sparire Camilla, la principessa delle loro esistenze, nel momento più felice della sua adolescenza. La morte di un figlio è quanto di più innaturale possa accadere e con Camilla muoiono tutti i sogni di un passato vissuto insieme, tutto il futuro immaginato per lei e con lei. L’accaduto allora diventa l’involucro esterno della scatola della memoria dalla quale Mara e Alberto, ciascuno a modo proprio, estraggono frammenti di ricordi, risentono odori e profumi, ascoltano risate e vocii di bimba.

Vincenza Alfano scava insieme a loro in questa scatola ed ecco riemergere altro: disorientamenti, angustie, vecchie incomprensioni, distanze emotive in quella bella, felice e invidiata coppia che indossava la maschera dell’apparire. Solo l’arrivo della piccola aveva ridato loro un volto. Camilla aveva fatto la differenza nella loro vita. E ora? La tristezza di un presente in cui le due anime appaiono più distanti che mai. Cuore e ragione, vita e morte, fragilità e coraggio. Da dove ripartire per non rischiare di essere risucchiati nel vortice di un dolore sconfinato, ma arido e vano se ripiega sull’isolamento totale?

Con grande fatica interiore Mara grazie alla sua sensibilità di donna, di madre e d’insegnante intravede una luce, dapprima fioca, poi chiara e forte che le indicherà la strada per ricomporre il puzzle della sua esistenza. La tessera mancante Mara lo sa bene che non potrà ritrovarla in nessun luogo reale, se non nel suo cuore e nell’amore che potrà ancora condividere con il mondo intorno a sé. Da soli non si sopravvive.

Vincenza Alfano vive a Napoli. Insegnante e scrittrice di notevole spessore nell’attuale panorama della narrativa, cura e conduce un laboratorio di scrittura creativa, “L’officina delle parole”. Come giornalista collabora con Il Corriere del Mezzogiorno. Al suo attivo le antologie in Cento parole per L’Erudita e più romanzi per alcune case editrici, tra i più noti ricordiamo L’Unica ragione (Homo Scrivens), Balla solo per me (Giulio Perrone Editore), Chiamami Iris (L’Erudita).

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