Diario di un “sorvegliato speciale”: 27 novembre

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Il presidente De Luca ha affermato che la zona rossa è una buffonata. È così incazzato che darebbe alla Campania intera un bel colore viola, viola scuro come la sua rabbia. Buona parte della quale pare sia legata all’angoscia per un evento imprevisto fino a un paio di millenni fa: da qualche tempo Papa Francesco spinge per un Dio unico, comune a tutte le fedi religiose. Ed è per tutti un bel passo avanti. Ci avessero pensato prima, l’umanità si sarebbe scansato un bel po’ di guerre fratricide ed anche il terrorismo islamico. Ebbene, De Luca, una volta intuito che quel dio unico non poteva essere lui, si è sentito offeso per la conseguente soppressione di quel Pantheon in cui avrebbe potuto trovare un suo posticino.

Costretto quindi a più modeste ambizioni, pare contasse almeno sull’intitolazione a suo nome dello stadio San Paolo infliggendo, con la destituzione dell’Apostolo, anche un sacrosanto dispetto alla Chiesa Cattolica colpevole di aver ostacolato il suo progetto originario. E invece il dispetto glielo ha fatto De Magistris che non vedeva l’ora di vendicarsi: complice il prematuro decesso del “Pibe de oro”, il San Paolo diventerà lo stadio “Diego Armando Maradona”.

Di qui la colorazione viola della Campania, mentre alcune indiscrezioni ci fanno sapere che, in via del tutto subordinata e tanto per chiuderla lì, De Luca si accontenterebbe anche di un piazzale, di una piazza, un largo o, al limite, di un viale. Mai e poi mai di una via, circostanza che suonerebbe irriguardosa col suo invito a cambiare aria: Via De Luca!

Non è dato sapere quali terribili restrizioni comporterebbe la zona viola alla popolazione residente nella regione, ma c’è da supporre che sarebbe a stento consentito uscire sul pianerottolo di casa rispettando il turno con i propri vicini di piano per evitare pericolosi assembramenti. L’ipotesi non dispiace a quelli, e non sono pochi, che si sentirebbero finalmente autorizzati a trascorrere il resto della vita beatamente in pigiama e pantofole. Ma la perfidia di De Luca non arriverà a tanto. Probabilmente si accontenterà di bloccare tutti davanti al televisore un paio d’ore riservate ogni sera alla somministrazione dei suoi apprezzati sermoni.

Quanto al Pontefice, quello vero, ci sembra difficile che la posizione innovativa da lui assunta sin dall’ascesa al soglio e diventata via via sempre più avanzata e popolare gli consenta di restare a lungo al vertice della Chiesa Cattolica: troppe sono le forze conservatrici che, anche in buona fede, lo manderebbero a far compagnia a Ratzinger. Eleggendo un nuovo Papa si realizzerebbe compiutamente la situazione solo nominalmente anticipata negli anni in cui Berlusconi frequentava minorenni che lo chiamavano “papi”, la coesistenza di tre Papi.

Dovesse essere defenestrato (metaforicamente, per carità: non si pensi alla finestra che dà su Piazza San Pietro), in famiglia siamo già da adesso decisi a votarlo con entusiasmo ove mai decidesse di presentarsi in una vera lista di sinistra come compagno Bergoglio.

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