Si riprende a giocare

tempo di lettura: 2 minuti

Bene, si ricomincia con mille dubbi e poche certezze. Si riparte dalla Coppa Italia giocando le semifinali di ritorno. Per quello che ci interessa incontreremo l’Inter sabato 13 alle ore 21,00. E questa è l’ultima cosa di cui si è dibattuto a lungo, l’orario di inizio delle partite di coppa. Tre giorni di discussioni per decidere di giocare alle 20,45 o alle 21,00. Finalmente è ufficialmente stabilito che il calcio d’inizio avverrà alle 21,00. Ci sentiamo tutti sollevati perché l’ansia per il quarto d’ora di differenza era tanta. Per il resto siamo usciti (o forse no) da due mesi di riunioni per decidere come e quando ripartire ma, quello che non ci può far godere del momento, è che non sappiamo se riusciremo a terminare questo travagliato campionato. All’insorgenza di un caso positivo andranno tutti in quarantena e allora dovremo poi districarci fra play-off e play-out per stabilire scudetto, ingressi nelle coppe europee e retrocessioni, e/o improbabili algoritmi che non sancirebbero, però, il vincitore del torneo. Quest’è, e basta per non farci gioire appieno della ripresa. Crediamo invece che l’unica cosa certa sia la regolare conclusione della Coppa Italia perché, sia pure qualcuno risultasse positivo, forse non faremmo in tempo a scoprirlo con la finale prevista per il 17 giugno.

Già, la Coppa Italia. Napoli e Inter si giocheranno il ritorno della semifinale al San Paolo con il vantaggio degli azzurri che hanno vinto a Milano per 1 a 0 con uno splendido gol di Fabian Ruiz, lo ricordate? Napoli avvantaggiato sia nel risultato dell’andata e sia forse per una condizione fisica che dovrebbe essere migliore di quella dei nerazzurri perché i nostri “piccoletti” dovrebbero aver acquisito una migliore forma rispetto ai milanesi, in media fisicamente più grossi e pesanti. Il tutto senza pubblico e ci chiediamo: perché? Il 15 apriranno cinema e teatri dove, rispettando le distanze sociali, potranno entrare un massimo di duecento spettatori al chiuso e mille all’aperto. La domanda nasce spontanea: perché non aprire gli stadi perlomeno agli abbonati? I 13.000 del Napoli potrebbero distanziarsi ben oltre il metro di distanza e in un ambiente aperto ci sembrerebbe molto meno rischioso di tante strade e vicoli dei luoghi di movida il sabato sera. Speriamo possano rivedere scelte anacronistiche rispetto ai dati attuali del contagio del “maledetto”. Per il resto non aspettiamoci bellissime partite perché lo stop è stato troppo lungo per atleti che dovranno ritrovarsi nel morale, negli schemi, nella preparazione fisica e nell’aggressività. Non vedremo pressing asfissianti nella metà campo degli avversari come non vedremo un’intensità di gioco entusiasmante. Vedremo belle giocate e bei gol, quello sì. E speriamo che #andràtuttobene.

Rispondi

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Torna in alto