Diario di un “sorvegliato speciale”: 20 maggio

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Presa coscienza della mutata condizione esistenziale dovuta al tormentato ingresso nella “Fase 2”, mi è parso intellettualmente corretto cambiare la qualifica dell’estensore di questo diario da “segregato” a “sorvegliato speciale”. “Sorvegliato da chi?”, diranno subito i miei affezionati lettori. Ma è chiaro: dal coronavirus che vive e lotta non con noi ma contro e che, al primo passo falso, tornerà a terrorizzarci facendoci rientrare precipitosamente nelle nostre case.

Con l’avvento della “Fase 2” la vita da criceti che abbiamo trascorso per gran parte della “Fase 1” è un lontano ricordo, così come lo sono le tipiche scorte alimentari che caratterizzano la vita di questi sfortunati ma simpatici roditori. La nuova fase ci permette di uscire molto più spesso, di acquistare di volta in volta ciò che desideriamo consumare e di avvicinarci, quindi, ad uno stile di vita più accettabile. Possiamo finalmente incontrare i nostri più cari affetti, sempre sperando che non siano infetti. E il problema che si pone oggi è infatti capire chi possiamo incontrare e chi invece no. Quelli che vedremmo con piacere senza apprensione, perché sappiamo aver osservato con scrupolo le precauzioni, possono aver frequentato soggetti che si sono esposti al contagio con troppa disinvoltura. Saremo molto più sereni quando conosceremo i risultati della mappatura degli asintomatici i quali incarnano oggi il pericolo più subdolo. Dobbiamo augurarci però che i mappatori facciano una mappatura seria e attendibile: diversamente dovremmo farne una bella mappata e trattarli una mappina. O no?

Nel frattempo godiamoci la riapertura di tutto quanto è stato chiuso per oltre due mesi (“apre terrazze e logge la famiglia”, dice Leopardi). Aprono ristoranti, pizzerie e bar. Aprono gli esercizi che offrono servizi alla persona come palestre, parrucchieri, barbieri e istituti di bellezza. Nulla si sa delle case chiuse che forse sono rimaste aperte per tutta la quarantena: per molti si tratta di servizi essenziali. Ma soprattutto aprono tutti i luoghi di culto e quindi il fedele potrà liberamente scegliere se andare in chiesa, in sinagoga o in moschea. Aprono anche i cimiteri, nel senso buono della parola, consentendo finalmente di andare a trovare i propri defunti. Aprono anche quelli della Lombardia dove però i defunti bisognerà cercarli augurandosi di trovarli, il che non è garantito.

Intanto mia moglie ed io stiamo sviscerando il delicato tema dell’App Immuni. Problema che rimane irrisolto perché, come sempre, confliggono il diritto alla riservatezza e le esigenze di sicurezza. Intanto la privacy andrà a farsi benedire se vuoi concederti la pizza, che tanto ti è mancata, o uno spaghetto alle vongole, visto che il ristoratore dovrà custodire per 15 giorni i tuoi dati anagrafici insieme al tuo indirizzo ed al recapito telefonico. Chi ti assicura che, trascorsi i 15 giorni, i dati saranno dimenticati come per incanto? Si potrà mai sapere se il ristoratore non abbia ritenuto più utile tenerli in serbo, magari con le migliori intenzioni, non foss’altro che per ricordare se hai ordinato la margherita o la marinara, se sei rimasto soddisfatto e se hai lasciato una mancia “competente”? Senza azzardare conclusioni affrettate potremo per il momento concludere che i fanatici della riservatezza, quelli che “privateci di tutto ma non della privacy” non andranno al ristorante per un bel po’. Auguriamoci, insieme ai ristoratori, che non siano in tanti e che non vanifichino, col loro prevedibile rifiuto, l’efficacia dell’App Immuni. Intanto guardiamo con preoccupazione all’estate, che si preannuncia torrida, in perfetta sintonia col surriscaldamento in corso, e nutriamo la segreta speranza di passare al mare la vacanza programmata. Certo, le mascherine saranno un bel problema: riusciremo a riconoscere i nostri amici della scorsa estate, magari anche ingrassati? Dovremo invidiare i frequentatori delle spiagge per nudisti che, anche se mascherati, potranno disporre per il riconoscimento di altri e più vistosi indizi? Ma poi, il mare! Potremo bagnarci con serenità? Il Covid-19 saprà nuotare?

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