La storia del fumetto in Italia. Oltre le edicole

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Fonte: www.amazon.it/Martin-Myst
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Gli anni Settanta vedono uscire il fumetto dagli standard rappresentati dal formato in albo, fino a quel momento familiare. La ditta Modesto Molgora mette, infatti, in commercio una scatola giocattolo con fucile e fondina con un Tex a cavallo, prodotta dalla Cormec, mentre la società Baravelli comincia a realizzare modellini snodabili dei quattro inseparabili pards: Tex, Kit Carson, Kit Willer e Tiger Jack. La Clementoni realizza il gioco in scatola “Tex Willer” e il settore scolastico prende ad usare l’immagine di Tex per la creazione di diari, quaderni e astucci per pastelli, prodotti da Auguri Mondadori e Cartiere Pigna.

Nascono anche i “trasferelli”. Ispirati alle avventure di Tex, Zagor, Amok e Diabolik sono, questi, figurine che si possono, appunto, trasferire su foglio grattandoci sopra con una matita. Nel 1979 la Ediboy distribuisce, inoltre, due album di figurine, uno di Tex e uno di Zagor, mentre la Auguri Mondadori, qualche anno dopo, produrrà due puzzle: “Nel regno di Mefisto” e “Tex e gli indiani”. Tex apparirà anche su un’infinità di cards, cartoline, manifesti e, addirittura, su un francobollo emesso dalle Poste Italiane.

Anche la TV comincia a cavalcare l’onda del successo prodotta dal mondo delle nuvole parlanti. All’interno del contenitore Buonasera con … Supergulp! viene trasmesso, in quattro puntate, l’episodio di Tex, El Muerto, comparso originariamente sul numero 190 della serie per i testi di Guido Nolitta (Sergio Bonelli) e i disegni di Aurelio Galleppini (Galep). Il successo riscontrato incoraggia la RAI a produrre una nuova edizione del programma, Supergulp, I Fumetti in TV, che questa volta proporrà sia personaggi di importazione, come L’Uomo Ragno, I Fantastici Quattro, Thor, Tin Tin, Charlie Brown e Asterix, sia italiani come Nick Carter, Tex, Corto Maltese, Alan Ford, Lupo Alberto, Sturmtruppen e Cocco Bill.

Fonte: fumettietruschi.wordpress.com/
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Nel frattempo la Bonelli, sulla scia del successo ottenuto in seguito alla realizzazione di eroi “fuori dal comune”, continua a sperimentare presentando al proprio pubblico un nuovo personaggio, alquanto bizzarro: Gil. I creatori sono i fratelli Missaglia, mentre i disegni sono affidati al tratto pulito di Vincenzo Monti. Gil è un “western contemporaneo”. Il protagonista, Gil Moran, è figlio di un allevatore di cavalli ed ex mitragliere di elicotteri del Vietnam che attraversa gli Stati Uniti a cavallo tra intrighi, minacce nucleari, bande di motociclisti e poliziotti corrotti. Di carattere esplicitamente antimilitarista ed ecologista la serie però non riscuoterà il successo sperato, chiudendo già all’undicesimo numero, nell’aprile del 1983.

L’insuccesso di Gil fa, invece, da contraltare allo straordinario riscontro di un personaggio creato dalla vulcanica fantasia di Alfredo Castelli, Martin Mystère, il Detective dell’Impossibile, un archeologo e antropologo realizzato graficamente da Giancarlo Alessandrini. Martin Mystère comporta un vero e proprio balzo in avanti nel rappresentare il nuovo mondo della tecnologia, in perfetta sintonia con l’aria che si cominciava a respirare nei primi anni Ottanta. Nelle sue pagine appaiono i primi personal computer e una serie di elementi fantascientifici adatti ad un pubblico giovanile interessato ai grandi misteri della storia: Piramidi, Stonehenge, Triangolo delle Bermuda, ecc. Il protagonista della serie ha al suo fianco la compagna di vita Diana Lombard e un neanderthaliano sopravvissuto all’estinzione, Java, suo assistente e amico. Possiede una pistola a raggi antica di quindicimila anni, risalente alla civiltà perduta di MU, in grado di paralizzare gli avversari. Le antiche vestigia e l’antidiluviana tecnologia prodotta dai continenti di Atlantide e MU faranno da sfondo a numerose avventure di questo nuovo protagonista, inserite in quel filone divenuto celebre in Italia da Peter Kolosimo, con il tratto inconfondibile rappresentato dal genere narrativo conosciuto come “realismo fantastico”. Ambientato ai nostri giorni, Martin Mystère deve guardarsi in maniera abbastanza ricorrente dagli adepti di una setta le cui origini si perdono nella notte dei tempi, Gli Uomini in Nero, il cui scopo è quello di ostacolare qualsiasi scoperta o teoria in grado di mettere in pericolo lo status quo dell’ordine costituito.

Fonte: www.giornalepop.it/
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Un’altra novità, rappresentata anche da un nuovo formato, inusuale per la casa editrice, sarà rappresentata da una nuova serie western dal titolo Bella & Bronco. Per la prima volta un nome femminile compare tra i titoli di una testata bonelliana. La serie è ambientata all’indomani della Guerra di Secessione, in corrispondenza dell’inizio delle lunghissime e feroci Guerre Indiane, ma non sarà questo il tema portante della serie quanto l’umorismo. Bella ha un carattere forte e volitivo, mentre Bronco (il suo nome indiano è Cavallo Selvaggio) proviene dalla tribù pellerossa dei cherokee, in seguito adottato dai frati in un monastero cristiano. Nonostante i testi di un ottimo Gino D’Antonio e l’apporto grafico di grandi professionisti quali Renato Polese, Alessandro Chiarolla, Gaspare e Gaetano Cassaro e Giovanni Freghieri,la serie interromperà la propria vita editoriale nell’ottobre del 1985, dopo soli 16 numeri, stesso anno in cui, nelle sale italiane, Giuliano Gemma vestirà i panni dell’eroe bonelliano per eccellenza, nel film, Tex e il Signore degli abissi, diretto da Duccio Tessari.

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