Musica proibita: nuovi incontri

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Musici di Amon, Tomba di Nakht, XVIII dinastia, Tebe (Fonte: Wikipedia)

Proseguendo nella nostra marcia di avvicinamento alla musica classica tentiamo qualche semplice commento ai brani proposti nell’articolo di apertura, rivolgendoci a chi abbia avuto la pazienza di ascoltarli, magari seguendo, anche solo in parte, le raccomandazioni formulate.

Il celeberrimo “Sogno d’amore” di Liszt rappresenta un valido esempio di come il discorso musicale, in questo caso pianistico, si sviluppi nella vasta area espressiva del romanticismo: due temi musicali in sequenza  si alternano, per intero o in frammenti, lungo un arco in cui momenti di languore seguono a momenti di passione, toccando lungo la durata del brano sia il vertice della passione, sostenuto dal suono più potente, che quello della dolcezza nel quale il pianoforte suona in “pianissimo”. Approfittiamo di questo brano per sottolineare che, grossomodo da Beethoven in poi, nella musica classica la dinamica (dal pianissimo al fortissimo e viceversa) diventa di uso corrente, diversamente dalla musica leggera, perché necessaria a modulare l’intensità delle emozioni che la musica intende suscitare. L’altra considerazione fondamentale è che la musica, tutta la musica, vive di variazioni, argomento che approfondiremo in seguito.

Tornando ai brani già proposti, il preludio di Chopin ha la semplicità di una canzone e spero ne abbiate colto la delicatezza sommessa e un po’ dolente. La stessa semplicità attraversa il magnifico tema di Ciaikovsky che, molto più appassionato, spinge l’ascoltatore verso una vetta di sovreccitazione.

Il dinamismo caratterizza invece la Farandola di Bizet che col suo ritmo fortemente accentato (la farandola è una danza provenzale) si chiude con la sovrapposizione dei due temi principali creando così un finale molto coinvolgente.

Anche per Vivaldi c’è poco da dire: l’irruenza dei temi esposti è tale da non richiedere particolari commenti. Si tratta di uno dei brani più attraenti della musica barocca, tanto impetuosi che possiamo tranquillamente condividere il suo dichiarato intento di descrivere un nubifragio estivo (come quelli che molti di noi ricorderanno e che si presentavano puntualmente dopo il ferragosto: altri tempi!).

Ho lasciato per ultimo il Preludio di Bach perché di tutti i brani proposti mi sembra quello più difficile da memorizzare e da apprezzare. Il motivo è che un vero e proprio tema, una melodia non c’è, come in molta musica del sommo Bach: c’è solo una sequenza di arpeggi che attraversano la scala armonica creando momenti di sottile tensione che si alternano a momenti di rilassamento. Se volessimo considerare l’arpeggio un tema musicale potremmo concludere che anche il preludio di Bach è una ininterrotta variazione, non del tema ma dell’armonia che lo accompagna.

Questa assenza è certificata dal fatto che un famoso operista francese dell’800, Charles Gounod, sovrappose alla sequenza di arpeggi (dichiarandolo correttamente nello spartito: altri tempi!) la melodia della sua famosa “Ave Maria” che tuttora concorre con quella di Schubert nelle cerimonie nuziali.

Proseguendo il nostro cammino vi propongo l’ascolto di ulteriori brani di grande bellezza, da ascoltare seguendo i consigli ormai noti e sollecitando a comunicarmi nei “commenti” le vostre impressioni di ascolto. Ascoltate quindi con ripetizione e in sequenza questi brani che commenteremo alla prossima puntata:

Chopin, Notturno op. 9 n. 2,

Grieg, Nell’antro del re della montagna da “Peer Gynt”

Dvorak, Danza Slava op. 72 n. 2

Schumann, Traumerai (Sogno) da. Scene dell’infanzia

Brahns, Danza Ungherese n. 5Pachelbel, Canone

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