C’è ancora da soffrire

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Partita vinta e sofferta quella che il Napoli ha giocato contro una Samp che ha saputo organizzarsi dopo il velocissimo 2 a 0 dei partenopei. 25 minuti giocati alla grande con idee e velocità di pensiero e azione che non vedevamo da tempo. Subito il gol di Milik che, servito da Zielinski, ha girato magistralmente in porta di testa seguito dal gol di Elmas che ha creduto fino in fondo che quella palla sul secondo palo potesse essere colpita proprio da lui. Belle le lacrime che hanno accompagnato il primo gol in serie A del giovane macedone. Poi è successo che il solito Quaglia ne ha fatta un’altra delle sue girando al volo un pallone lento dal limite dell’area e insaccando come già aveva fatto contro gli azzurri in un Napoli Udinese di qualche anno fa. Certo, ha approfittato della scivolata di Hysaj, ma questo campione non finisce mai di stupire. Da quel momento non ci siamo più ritrovati anche per il cambio tattico che ha proposto quella “volpe” di Ranieri che di calcio ne capisce proprio tanto. La Samp ha cominciato a correre e a pressarci alto e le uscite sono diventate più problematiche. Quel gol ci aveva tolto certezze. Abbiamo quindi subito fino al pareggio su un rigore sacrosanto e scatenato da un fallo dell’incerto Manolas su Quagliarella. Tiro dell’ex Gabbiadini e gol. 2 a 2 passando per una rete annullata ai blucerchiati per un fallo di mani di Manolo a centrocampo (mah!) e per un’altra realizzazione di Zielinski in netto fuorigioco. Poi è successo che “Ringhio” Gattuso, che pure sta dimostrando non poco valore, è passato al 4-4-2 consentendo a Politano, Demme e Mertens di svolgere l’ultima parte della partita. Bene, proprio Demme segna il 3 a 2 e Mertens chiude la partita al 98’. Bisogna però dire che la Samp era stanca di venirci a prendere in tutte le zone del campo. Insomma, vittoria sì ma restiamo sotto osservazione.

Che questo Napoli possa raggiungere ancora traguardi apprezzabili, che possa dire la sua in Coppa Italia e, perché no, possa giocarsela contro gli attesi spagnoli è un fatto a cui abbiamo il dovere di credere e se solo pensiamo ai giocatori in panchina ieri (Ospina, Koulibaly, Maksimovic, Allan, Demme, Llorente, Lozano, Mertens e Politano) dobbiamo ritenere che ancora si può crescere da qui alla fine delle competizioni. Ci aspettano partite “abbordabili” e quelle davanti non corrono. La Roma sembra in rottura prolungata e l’Atalanta, perlomeno nelle ultime, o ne fa sette o perde contro la Spal. A questo punto l’obiettivo è chiaro: prendere quelle due. Entrare in Europa League (che ora è a due punti) ci sembra il minimo sindacale. In ultimo un plauso a quel “signore” di Claudio Ranieri che ha stigmatizzato in conferenza stampa i soliti cori “beceri” dei genovesi. Non finiremo mai di condannare gli episodi di razzismo che ci accompagnano in quasi tutti gli stadi e speriamo sempre che gli arbitri, come dovrebbero fare per regolamento, sospendano immediatamente le partite senza se e senza ma. E qualcuno ci spieghi perché non accade.

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