La storia del Fumetto in Italia. Tex si afferma

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Fonte: http://www.ilgiornale.it/news/cronache/tex-willer

Agli inizi degli anni ’50 gli italiani sono poco più di 47 milioni, di cui circa la metà è analfabeta o riesce a leggere appena qualcosa. I pochi che leggono preferiscono fumetti e fotoromanzi. Mentre i giornali sono controllati dalle forze politiche, il fumetto sfugge al loro controllo. E proprio per questo è spesso nell’occhio del ciclone. La sinistra osteggia la sua diffusione perché lo considera di matrice statunitense e quindi “colpevole di propagare tra i giovani dell’Europa il modo di vivere americano, il divismo, la passione per la violenza e la guerra”, come scriveva l’onorevole comunista Luciana Viviani.

Tutto questo, però, non riesce ad impedire il crescente successo di Tex Willer. In un primo momento Galep, nel realizzare il volto di Tex, si ispira ai protagonisti del cinema western dell’epoca, quali Gary Cooper e Randolph Scott. Poi, il volto dell’eroe prenderà sempre di più le sue sembianze, mentre il carattere assomiglierà a quello di Gianluigi Bonelli.

Nei primi numeri Texè un fuorilegge, cavalca il suo fedele cavallo Dinamite, ma dimostra un’indole generosa e una propria etica. Nel corso della saga sposerà la principessa navajo Lilith. Dalla loro unione nascerà Kit. Il matrimonio con la bella pellerossa porterà in seguito Texa divenire il capo dei Navajo e ad assumere il nome di Aquila della Notte. Lilith morirà presto, uccisa da una epidemia di vaiolo. L’incontro con una vera e propria leggenda del West, Kit Carson, farà sì che Texsi arruoli nel corpo dei Texas Rangers e metta le sue colt al servizio della legge. Nei mesi successivi, il quartetto si completerà con l’entrata in scena di Tiger Jack, un guerriero navajo, fratello di sangue di Tex. Anni dopo, Tex scoprirà che la morte di Lilith è stata, in realtà, provocata da sporchi affaristi che saranno, inevitabilmente, vittime della sua implacabile vendetta.

Intanto, il contrasto del fumetto da parte della censura incalza sempre più, influenzando le scelte editoriali della casa editrice Audace, che esita a mettere in cantiere nuove serie. L’aula parlamentare prendeva, infatti, sul serio la necessità di una legge in materia perché, come ebbe a scrivere il Corriere della Sera del 5 dicembre 1951, “la pericolosa influenza che la stampa, specie quella a fumetti con i suoi racconti visivi, esercita sulla fantasia dei fanciulli, preoccupa tutti”.

Il 6 marzo 1952 viene approvata, a Montecitorio, la proposta di legge Federici dal titolo “Disposizione per la stampa, ai fini della protezione morale dell’infanzia e dell’adolescenza”. Fortunatamente, col termine della prima legislatura, la legge non passa in Senato e non riesce a divenire operativa. Nello stesso anno Gianluigi Bonelli crea una nuova serie: I 3 Bill. A differenza delle precedenti, i protagonisti questa volta sono tre, Kid, Black e Sam. Attenti al “politically correct” i tre fratelli Bill fanno giuramento sul letto di morte del padre di ricorrere alle armi solo in caso di stretta necessità.

Fonte: www.guidafumettoitaliano.com/guida/testate/

Il successo della serie fa in modo che vengano varate altre iniziative, come Yuma Kid, che vede protagonista un giovane bianco raccolto dagli indiani Yuma nel deserto di Gila, disperso in seguito ad una tempesta di sabbia. Allevato dai pellerossa prende il nome di Vento della Morte e, diventato adulto, torna tra i bianchi vestendo il ruolo di giustiziere.

Fonte: https://www.supergulp.biz/it/home-page/fumetti/ristampe-anastatiche/il-sergente-york

Dalla penna di Roy D’Amy nasce, inoltre, Il sergente York, una saga corale formata da un gruppo disomogeneo di comprimari che fanno parte del corpo speciale Western Foreign Mounted Legion, ossia La Legione Straniera dell’Ovest, che ha il compito di vigilare sulle frontiere del Far West.

Nel settembre 1953 nasce Zà La Mort, un apache che incide sulla pelle delle sue vittime una “Z” scarlatta (ci ricorda qualcuno?), e una collana, Avventure del West, che ospita tutta una serie di nuovi personaggi, come Gordon Jim, Rio Kid, Kociss, Yado, ecc.

Intanto Tex comincia ad essere pubblicato anche in Francia, Inghilterra, Germania, Brasile, Spagna, Turchia, Jugoslavia, Grecia, Svezia, Danimarca, Finlandia, Olanda e Norvegia. Galep viene nominato “il miglior cartoonist italiano” ricevendo ben 4224 preferenze.

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